MotoGp,

Pedro Acosta show! E che show!

Di una bellezza disarmante questa race della MotoGp. Come la nuova generazione che sta arrivando, senza freni e con il cuore sempre in fuori giri, senza sapere dove va a finire, lasciando ogni speranza ad una ruota posteriore che galleggia affidando tutto alle pinze Brembo e alla loro graniticità. Giù di gas, giù il capoccione, tutt’uno con la moto risalendo solo per respirare e guardare dove andare, dove mettere le ruote, dove agganciare chi sta davanti per sorpassare.

La davanti Bagnaia, in solitaria, guidando da condottiero solitario, solido, concentrato mentre Marquez e Martin inseguono senza speranza, in cerca di un gancio, uno slancio, a mo di elastico per avanzare e agguantare una sfida che in apparenza era alla portata. In apparenza, appunto. Martin fa i conti con una sensibilità grezza che lo porta a calcolare e ragionare: il mondiale si vince con i punti, non con i rischi dei se e dei ma. Marquez invece fa il diavolo e accende la corsa stuzzicando e tentando il tutto per tutto senza trovare, purtroppo, l’aiuto necessario per la sua insana follia agonistica che lo salva da una scivolata. E mentre si esalta la vittoria rossa nei cieli grigi, Pedro Acosta vola! Si trasforma in un rapace capace di rubare maglie di catene a chi gli sta davanti, senza pensare troppo. Prima Binder, poi Miller vittime di una caccia sfrenata del matador de fuego che con la sua Gas Gas rinfresca la memoria a tutti: Lo spagnolo che guida una KTM non ufficiale mette dietro i due orange con una lotta stellare ingaggiata con Jack Miller. 

Spalla a spalla, carena contro carena e poi uno sparo sul dritto alla Fast & Furios. Un rettilineo, una sfida, chi è più veloce, chi va più lontano. Ne esce un duello in perfetto stile Bayliss – Haga. La spunta lo spagnolo conquistando il gradino più basso del podio consapevole che meritava molto di più.

Una cavalcata mondiale.

Serve l’ufficiale.

Grazie Pedro!

Motorsport is beautiful



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