A cura di Giovanna Corona, Rosanna Apreda
Tra stelle e strisce
Un decantatore, una bottiglia di vino e il bicchiere si colora di rosso. Il colore della passione, del sangue, dell’amore per le corse. Oggi raccontiamo di una race girl, Nives Arvetti, che ad oggi, rappresenta l’Italia nel mondo, attraverso i numeri. Non solo dalla scrivania ma da un ufficio che sprigiona rombi e tuoni. Pronti per un racconto che vi farà palpitare il cuore?
Ma partiamo dall’inizio
Nata e cresciuta a Mantova, lei è una vera forza della natura, con la passione dei motori, del motorsport e delle corse che le scorre nel sangue fin da piccolissima, fin da quando, nell’azienda agricola di famiglia, a 5 anni ha imparato a guidare il trattore. Dal trattore alla scrivania e una laurea come trofeo, il primo che segnerà la sua carriera da pilota.
Nives, dalle giornate in cui sognavi alla realtà. Come è nata?
All’epoca bastava poco per divertirsi, e insieme a mio fratello, condividevo questa bellissima passione senza immaginare cosa il futuro mi riservava. Prendevano le macchine degli operai e organizzavano rally in campagna, dove tra una sgommata e un’altra, non ero consapevole che stavo iniziando a driftare. All’inizio non è stato per nulla semplice, non avevo supporto da parte della mia famiglia. Ma la mia volontà di andare sui kart e provare l’ebrezza della velocità era più forte. Nonostante i no, ho continuato a coltivare questo mio interesse in maniera inconscia ed è così che sono diventata una commercialista.
Ma il cuore ha sempre ragione
Ma quindi come è iniziata la tua avventura nel motorsport?
Iniziai al Mantova motor festival! Fu una locandina la scintilla e quell’evento nella mia città suscitò in me l’interesse verso il team che era presente quella sera. Era ciò che facevo da piccola con mio fratello, ma all’epoca era un gioco e non conoscevo questo mondo fatto di “donuts”. E dopo sei mesi entrai ufficialmente nel loro team! All’inizio noleggiavo tutto: auto, attrezzature, ecc. ecc. e ho imparato guardando, e provando. Solo davanti al pubblico il quale mi dava coraggio ho cominciato a driftare. Dopo 15 giorni sono riuscita a realizzare un sogno: BMW M3.
6 mesi dopo con la pattuglia acrobatica arriva il grande salto
Nel 2021 sono stata contattata per partecipare alla Formula Woman, un progetto, sponsorizzato dalla formula 1, che mira a promuovere la presenza femminile nel motosport, anche con poca esperienza. Siamo partite in 1200 da tutto il mondo, e dopo una selezione che includeva diverse prove tra cui: simulatori di guida, test e interviste in lingua inglese, prove di riflessi e telemetria, kart, fitness. Con mia sorpresa sono entrata tra le 50 finaliste che parteciperanno alla Nation Cup che si terrà a Dubai. In gara dovrò guidare una Radical sr3, un’auto da corsa molto diversa da quelle a cui sono abituata. Non avendo esperienza con questo tipo di vettura, ho chiesto a degli amici del campionato italiano di auto storiche di aiutarmi nell’allenamento, utilizzando un’icona degli anni 90: una Ford Escort.
Dalla M3 alle auto d’epoca. Che impressione ti ha dato?
E’ stato difficile ma al tempo stesso divertente. Da quel momento mi sono immersa nel mondo delle auto storiche, iniziando a partecipare al campionato. Ho esordito a Misano, nel 2022 con un GTV del 1973, il cui proprietario, attraverso delle prove libere, mi ha dato l’opportunità di studiare attentamente la sua guida, ed è stato proprio questo che mi ha permesso di classificarmi prima nella mia categoria, formata da 12 partecipanti. Nel 2023, invece, sempre nello stesso campionato, ho provato una TVR Griffith del 1965: auto difficile, motore Ford Cobra su una trazione posteriore che eroga 450 cavalli su 900 kg.
Era come guidare sulle uova! Tanta potenza, poco controllo.
Tra le esperienze più emozionanti di Nives, spicca la partecipazione a una competizione internazionale sul circuito di Silverstone, in Inghilterra, organizzata dalla Formula Woman. Questo evento fu un allenamento per la gara che si terrà a Dubai a maggio 2025. Si è svolto su un tracciato lungo e insidioso che richiedeva grande abilità e resistenza. Nives ha gareggiato con un team composto da quattro donne, l’unico tutto al femminile tra i 77 equipaggi partecipanti. Al volante di una potente Jaguar Project V8 da 600 cavalli turbo, hanno affrontato una sfida di 6 ore contro vetture di ogni tipo, dalle auto storiche alle moderne, dalle Formula alle Radical.
“Silverstone è un circuito unico. Si contraddistingue da tutte le altre piste per la sua bellezza e soprattutto grandezza“. Nives Arvetti
Silverstone, Imola, Monza, Vallelunga. Questi solo alcuni dei circuiti che hai assaggiato. Quale tra questi li consideri più ostici?
Imola sicuramente è quello più difficile e tecnico, Monza è tecnico ma veloce, Vallelunga è un viaggio nella storia grazie alla curva Roma. Però Silverstone… Lascia senza fiato.
Ad oggi quante auto possiedi? Quante ne vorresti?
Le mie bimbe sono:
- E46 “la rosina” del 2000, che attualmente utilizzo per i corsi di drift,
- M3 del 1996 quasi 300 cv prime gare di drifting
- E30 del 1986, motore v8 corvette 7000 950kg 700cv
Quest’ultima ha partecipato al campionato europeo di drifting. Vettura difficile da gestire, più corta del solito (30 cm in meno e 12 cm più larga ). Il motore è stato preparato da mio fratello che ama i motori americani!
Un racconto che ci ha tenuti incollati allo schermo, in cui ogni frase, ogni parola e ogni ricordo raccontato da Nives, era un continuo viaggiare con la mente, ci ha coinvolti in maniera tale da farci immaginare quei momenti, come se li avessimo vissuti insieme a lei. La sua esperienza è un invito a non fermarsi mai e a continuare a spingere sull’acceleratore, qualsiasi strada decidiamo di percorrere.
Motorsport is beautiful
Da questa prospettiva la vita ha un sapore diverso 😎
Ami guidare?
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— Formula Woman Italy (@FormulaWomanIta) May 26, 2021