Una diapositiva,
Cosa rappresenta per te?
Uno scatto analogico che racconta una vita, una storia, un passato di una città, di un uomo, un evento, luoghi visti solo sui libri. Ma se lo vedessi tramite diapositiva? Ti è mai capitato di farlo? Sebbene gli smartphone abbiano hanno ribaltato il mondo e il modo di fotografare, persone come Gabriele hanno mantenuto ben salde le redini della fotografia: Analogica e digitale. La differenza? Il pensiero e lo sviluppo di ogni singolo scatto.
La storia di Gabriele colpisce, stupisce, incanta, lascia libera la mente di sognare e immaginare cosa può esserci dopo un disastro ambientale come quello che lo scorso anno ha colpito l’Emilia-Romagna e ha colpito anche la sua casa, i suoi archivi, le sue attrezzature. Il danno economico? Meglio non pensarci. Il danno morale? Un gancio sinistro sferrato senza preavviso, fuori tempo, senza avere un riflesso pronto a reagire che possa aiutare a diminuire la forza d’impatto o quanto meno per prepararsi all’impatto.
Ho reso l’idea di ciò che Gabriele ha trovato quanto è tornato a casa?
Quel giorno c’erano circa 4 mt di acqua, la protezione civile e tutti gli addetti ai lavori hanno impiegato 35 ore per ridurre l’acqua e il fango. Le giornate erano dedicate a raccogliere quel che era rimasto facendo avanti e indietro da casa mia al bidone della pattumiera. Ma gli ultimi due sacchi neri della pattumiera hanno raccolto il mio sconforto accendendo un’idea, un barlume di luce, un sottile filo di nylon che mi lega alla fotografia, il mio lavoro:
“dare una nuova luce alle diapositive che avevano già ricevuto, a suo tempo, una luce diversa”.
Posti ormai trasformati in altro, come l’Europa dell’est, l’Africa, la Jugoslavia o manifestazioni che hanno riempito le nostre piazze, per diritti ormai già acquisiti, di cui non rimaneva più nessuna traccia. Così non li ho buttati, sono tornato indietro con i due sacchi, mentre l’idea prendeva forma in quei momenti mi tornavano in mente le immagini di una Berlino dell’est che oggi non esiste più, luoghi dell’Africa, ricordi che vivono nei cassetti della memoria custoditi per vivere in eterno. Ben oltre ad ogni livello di acqua.
Ed è cosi che nasce il tuo progetto con la raccolta fondi?
Sì, diverse migliaia di diapositive ridotte ad un niente sono state riciclate per creare qualcosa che la gente potrà venire a visitare, toccare con mano, rendersi conto di quanto lavoro c’è e sempre ci sarà dietro ad ogni singolo scatto: Dal 1980 al 2002, un archivio importante che ha preso una nuova vita, ha una seconda vita che con la mia associazione ( quest’anno festeggiano 10 anni ndr) abbiamo deciso di dare per rincominciare e ritrovare in ciò che abbiamo perso quel filo che ci lega da sempre e che da sempre ci porta a mettere l’occhio sulla stessa linea dell’orizzonte.
Ecco. Questa è la storia di un uomo che ha deciso di riciclare in modo alternativo e creativo dando forma e vita a qualcosa che fino a quel maledetto giorno non era possibile. E allora l’invito è quello di esserci il 18 maggio per l’inaugurazione: una data importante in quanto ci sarà anche la giornata internazionale dei musei. Un opportunità unica per gettare lo sguardo su luoghi che spesso citiamo e che magari per noia o impegni non visitiamo.
Non resta che darci appuntamento per un incontro culturale importante.
Questa volta vale la pena esserci.
Per Gabriele, per la fotografia, per l’arte.