F1,

Bravo Carlos, testa e cuore!

Nel cuore della notte asiatica cala il sipario. Un week-end fatto di luci e ombre, strategie e azzardi, di cuori sognanti e pirati all’assalto del veliero rosso alla conquista di una terra non così sconosciuta ma certamente temuta. Una partita a scacchi, quella di oggi, decisa da un’intelligenza emotiva che ha permesso a Sainz di gestire un piccolo vantaggio per nulla piccolo. Ed è così che guardando la gara, dopo la Virtual Safety Car sale l’amarezza, l’incazzatura per una scelta in apparenza sbagliata, affidarsi alla fortuna e al cuore del pilota. Tanto basta per chi lavora tra muretti e retro box, legge dati, parla con i numeri, un gioco pericoloso che lascia sempre una porta aperta all’imprevisto, al cambio di gioco che non ti aspetti, all’azzardo che paga.

E l’azzardo si chiama Mercedes, nei panni dei loro alfieri: Russell e Hamilton, giocano il jolly, ipotecano un podio – fino a quel momento certo – per una incerta vittoria. Si entra, si pitta, non ci si pensa troppo, scacciare ogni dubbio nell’immediato e tuffarsi nel profondo tunnel della velocità, in caccia, in cerca, in risolutezza affina. Ed ecco che prende forma la rimonta, un fiume in piena,  il casco azzurro nella livrea nera di una vettura velocissima è una freccia nera come la pece pronta a bucare ogni muro che si presenta davanti a se.

Pungere come una farfalla, volare come un apeMuhammad Ali

Deve aver pensato a questa frase Russell, ne avrà fatto un mantra, un patto con la sua Mercedes. Tutto o niente. Affare fatto. E allora giù in picchiata per recuperare secondi preziosi, macinare chilometri, mangiare asfalto, rubare il vento e piazzare il colpo. Presto fatto, Leclerc è a tiro, un sorpasso facile. Per Sainz, invece, inizia il difficile. Serve una dose urgente di follia, pura, cristallina.

Gomme, auto, pressioni, zero errori, zero margine, zero tolleranza. Un patto feroce, il suo, più di quello anglosassone alle sue spalle che spinge come un toro e cerca un varco. E’ una questione di giri, pochi, quelli che dividono la vittoria dal secondo posto o peggio. Questione di tempo. I team radio diventano frequenti, rapidi messaggi, grandi campanelli di allarme. Norris è vicino, Russell pure. 

Ed ecco che cambia tutto. Il cuore spagnolo diventa grande, freddo, un cubo di ghiaccio che lascia spazio all’istinto emotivo, a l’intelligenza domata dal buon senso, per giocarsi il jolly della vita. Si cerca un alleato tra i nemici, lo trova in fretta. Norris insegue, non ne ha per attaccare, ancor meno per difendere. Il gioco dell’elastico attuato da Sainz è la strategia psicologica vincente per mettere le mani sul sigillo asiatico. Qualcosa di inaspettato, qualcosa che nei numeri non trovi, non leggi, non ti capaciti. Il fattore umano supera la macchina.

Russell a muro. Sainz vince, accende le tribune, esplodono i cuori, incendia i tifosi Ferrari e il team, rassegnato, quasi, ad una sconfitta certa. Il pilota, in questa tecnologica F1, ha dimostrato quanto fa la differenza.

Oggi la differenza è stata l’intelligenza emotiva di Carlos Sainz. 

Testa e cuore.

Motorsport is beautiful

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