Monza,

Sei sempre unica!

Si sono concluse da poco le qualifiche per il Gran Premio all’Autodromo Nazionale di Monza e la rossa è protagonista rubando e conquistando la scena. Pole Position per Carlos Sainz, davanti alla Red Bull di Verstappen e l’altra rossa, quella di Leclerc. Chiusi un fazzoletto i tre alfieri hanno rifilato quasi mezzo secondo al primo degli inseguitori, incapace di guidare sopra i limiti. Strisce gialle su caschi neri, forse un mantra, non voluto, ma certamente ricercato che per infondere fiducia e dare uno slancio positivo al futuro.

Monza dunque, tempio della velocità, tempio delle mezze verità, tempio di risposte, certezze, concretezza e fallimento. Nella giornata di oggi, ancora una volta, questa F1 ha stravolto assetti e certezze mettendo in dubbio molte scelte tecniche che sul tracciato brianzolo proprio non funzionano. Ed ecco che invece funziona questa Ferrari nata male, nata sbagliata, nata da un progetto a cui non è stata data la giusta attenzione ai dettagli e alle priorità, rinasce un pò dalle ceneri lasciate in lungo e largo in questo campionato di stallo. Nel tempio delle mezze verità si racconta di una pole position come di un miracolo. Beh in qualche modo lo è. Questa Ferrari che ancora fa sognare, fa sperare, fa saltare il banco spinta da una tifoseria incredibile, titanica, instancabile che non mette mai in secondo piano l’amore per la rossa ma che la spinge con forza. Lo sanno bene i piloti, lo sa bene Charles che oggi, durante le interviste e rimasto piacevolmente sorpreso da ciò che si è trovato davanti. La spinta che non ti aspetti, la carica che vorresti e che solo a Monza trovi.

Le mezze verità del week-end brianzolo passano anche per le vie brasiliane a cui viene imposto un muro che sa di dispetto.

Mtr-24-blog-Autodromo-Nazionale-Monza-F1-2023

©sconosciuto

Un rifiuto amaro, avaro, un disprezzo totale verso Felipe Massa che non se lo merita, come non si è meritato quel secondo posto nel 2008. A distanza di tanti anni si riaprono ferite, mai chiuse certo, forse dimenticate per un attimo dalla velocità di percorrenza, dell’impegno fisico e meccanico che chiede la variante Ascari, la parabolica Alboreto, le due Lesmo. Rimane quel cartello giallo con la scritta nera che ricorda la canzone del poeta Fabrzio De Andrè, Bocca di rosa, in un luogo sacro per Ferrari, per Felipe, per tutti.

Un week-end di mezze verità.

Nel tempio sacrale.

Motorsport is beautiful

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