F1,

Tutto il resto è noia.

Cala sul sipario belga la pausa estiva, meritata, per tutti. Nell’implosione totale della felicità di un altro week-end noioso, come tanti altri, a metterci un pò di pepe ci pensa l’olandese volante: Aperto lo spinnaker ha divorato chilometri di asfalto decollando e facendo perdere le sue tracce. Almeno in parte. Max Verstappen continua il suo show come un cowboy domando la sua RB19, anche quando fa le bizze, tenendo ben salde le briglie senza perdere mai il controllo. All’università, dopotutto, gli errori non sono certo ammessi. Ma questo week-end ha lasciato una traccia che sarà difficile dimenticare ma soprattutto ha creato una crepa, sottile, quasi invisibile, tra lui e tutti.

Il vincitore è solo recita il titolo di Paolo Coelho e nel caso di Verstappen, questo titolo, casca a pennello. Ti chiederai il perchè, provo a spiegarlo.

Nella storia del motorsport i campioni, da sempre, hanno un fattore X che li contraddistingue da tutti: Nella mia epoca c’è stato Senna, Mansell, Prost, Hill, Villeneuve, Hakkinen, Schumacher, Alonso, Hamilton, Button, Vettel, Rosberg e infine ancora Hamilton per molto tempo. Cosa accumuna questa lista di piloti? La caparbietà, la fame, la determinazione di raggiungere a qualunque costo l’iridato mondiale, leggere il proprio nome sul muro dei campioni, lasciare la traccia del loro passaggio perchè la F1 corre veloce, corre contro il tempo, corre più delle lancette del cronometro digitale che scandisce il tempo che rimane a tutti. La traccia, appunto. In questa lista di campioni ci sono:

  • Api e Farfalle che hanno saputo fare di una frase un mantra
  • Signori in pista e fuori rimanendo nella mente degli appassionati per la loro galanteria
  • Aquiloni piumati per via della eredità

Ecco tre punti che danno un’idea delle persone tra passato e presente di questi vent’anni di F1. Tra loro non è mai mancato il rispetto dentro e fuori dalla pista, ognuno di loro hanno saputo caratterizzare e personalizzare in modo esclusivo il team rendendolo un dream team – Schumacher e Hakkinen su tutti ndr – a differenza di quel che si è visto oggi con Verstappen e il suo ingegnere. L’olandese da sempre ha mostrato muscoli e determinazione con un carattere forte e spesso arrogante, ma saprà gestirsi? E’ davvero un campione e leader o è un “cam-pione” nella massa e stimolato ad esser diverso e quindi più incisivo? Quanto potrà andare avanti questa sua superba e boriosa arroganza? E’ davvero così tollerabile?

Io credo di no. Io credo che ci sia un limite invalicabile che non debba mai esser superato e per tanto, quando ciò capita, avere l’umiltà di fermarsi e prendere consapevolezza che qualcosa sta sfuggendo di mano, prendere il toro per le corna e dargli un freno prima che il freno diventi un muro di gomma. Questa moderna F1 è diventata ricca di tutto e povera in tutto. 

E’ davvero questa la direzione da seguire? 

Forse è solo lo sfogo di un campione che sa canalizzare le sue energie nel piede destro o forse è lo sfogo di un “cam-pione” frustrato dalla reciproca noia.

Motorsport is beautiful

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