Casey Stoner,

Leggenda australiana, follia italiana.

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©sconosciuto

Ragazzo umile, sincero, anima pura. Distruttore di moto e di avversari. Raccontare Casey non è facile, è un campione vero, uno di quelli che manca e spezza il fiato quando decide di farsi vedere in sella, soprattutto sulla Ducati. A Goodwood decide di spolverare quella tuta rossa che per anni l’ha protetto e accompagnato nella sua carriera in MotoGp: casco, guanti e via a prendere la moto, la Desmo-dromica Ducati, indomabile e ingestibile, arrogante ed egoista, un gatto nero per tutti, non per lui.

Casey Stoner ha avuto la sensibilità di entrare nei cuori di tutti e senza intoppi ha lasciato un pò di se, nei cuori degli appassionati. Come Simoncelli. Un paragone importante, certo, ma di spessore perchè di uomini così ne nascono pochi, sono schegge di diamante che saltano durante una lavorazione per cercare casa altrove. Per distinguersi, per esser unici. Leggende veloci.

Ecco forse per raccontare Stoner bisogna partire da quella scheggia di diamante, quella che dopo KTM, nessuno voleva perchè non piaceva, non dava fiducia, costava. Un disastro insomma. Ducati invece no, veste, investe, vede lungo, gli affida quel ferro imbizzarrito, indomabile. Scartato perchè inguidabile. Un furia in pista, docile e silenziosa quando è ferma. Proprio come Casey. L’ultimo vero domatore della Ducati, l’ultimo sognatore, ultimo dominatore dell’aria mondiale: Prima in rosso, poi in arancione piegando alla sua volontà elettronica, gomme, telai, avversari.

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©sconosciuto

Perchè Casey fa emozionare ancora? Perchè quel ragazzo australiano dal sorriso di un bambino felice ha saputo regalare sorrisi a tutti noi che guardavamo dalla Tv o dagli spalti.

Questo era Casey Stoner, l’ultimo dominatore dell’aria.
Motorsport is beautiful

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