Autodromo Nazione Monza,

Che spettacolo!

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©James Moy/Getty Images

I numeri parlano da soli, non c’è molto da aggiungere. Lo spettacolo del wec, le hypercar, il tempio della velocità avvolto dalla passione e dagli appassionati che riscoprono la bellezza del circuito e del parco brianzolo. Il week-end di sole ha messo a dura prova tutti: addetti ai lavori, spettatori, piloti. Ma nessuno ha ceduto, al contrario, da venerdì a domenica, il flusso è diventato un fiume in piena che ha riempito le tribune più belle dell’autodromo.

Il mio primo accredito. Arrivato nel modo più inaspettato mi ha dato la possibilità di guardare e ammirare i 100 anni di storia, di passione, duro lavoro. L’organizzazione? Da far sbiancare anche i più sospettosi. Ogni tassello al suo posto: all’arrivo steward al controllo per l’accesso al parco, al paddock, alle aree tecniche. La Pit-Lane? Una cassaforte di sicurezza! Guai a sbagliare, i commissari non perdonano. Giusto così, la severità e la sicurezza non è un optional, soprattutto se parli di WEC, se parli di alta tecnologia, frenesia, uomini e donne a lavoro sulle vetture concentrati a far bene, ad esser veloci, affidabili. Zero errori. Non tollerabili, si capisce.

Pit-Lane, appunto. La mia prima volta è anche questa.

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©Ranucci Andrea

L’accesso ai box per un appassionato come me è un battesimo che trasuda emozioni, lacrime di gioia, tutto. Trovarsi li a pochi centimetri da chi su quelle vetture può toccare senza giustificare è stato qualcosa di unico. Così mi affaccio, rimango in disparte, cerco di non dar fastidio perchè gli uomini – e le donne – stanno lavorando, esser d’intralcio significa avere un rimprovero. Meglio evitare. Ma la curiosità e tanta e cosi vado oltre, mi sposto, cerco di non essere un ostacolo e osservo le vetture sui cavalletti, a riposo. Bellissime, creature fantastiche, disegni di ingegneria meccanica che sembrano dipinti. I commissari mi scrutano, osservano il mio pass, poi mi lasciano andare, qualcuno mi ricorda le regole: “quando il wec il gira, non andare oltre la red line”.

Annuisco, continuo la mia passeggiata. Passano le ore, il wec sta per ripartire e allora scappo dentro, di nuovo, in cerca di un posto che non sia vicino alla red line.

Vado in giro per il paddock, primo piano, sala stampa. Il corridoio che unisce la Race Direction all’area ristoro è un viaggio a ritroso nel tempo, unico, incredibile. Le foto stampate e appese mostrano una Monza diversa, meno sicura, affascinante e rara. E’ una storia infinita. Finisco il mio giro ed entro, finalmente nella sala stampa.

Definirla incredibile è poco. Anche qui trovo appesi i poster della F1, uno per ogni anno, uno per ogni epoca con i suoi campioni, con le loro storie. Le vetrate affacciano sul lungo rettilineo che collega l’uscita della Parabolica alla prima variante. Che spettacolo! Che Week-end!

L’età è solo un numero

E’ proprio vero. L’autodromo nazionale di Monza l’ha dimostrato con i fatti. 65.000 persone, una gestione impeccabile, niente fuori posto e niente sfugge al grande occhio degli organizzatori.

Un sogno realizzato.

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©Luca Rossini/Getty Images

Un week-end da incorniciare.

Grazie Monza! Al prossimo WEC!

Motorsport is beautiful

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