Formula 1,

Un cappio al collo chiamato: Budget cup.

Cercasi ingegneri da pista, con esperienza, ma in stage. Viene da immaginare così la situazione in questa Formula 1 moderna dove i costi, sempre più ridotti, portano a tagli drastici, a rimappare un box, spostare il peso delle priorità su scelte e lasciare la lancetta della bilancia a ridosso della zona rossa. Scelte scellerate, macchè! Scelte ponderate e mirate con siluri ad auto eliminazione. In tutto questo chi ne giova è l’insolente passato a passo felpato che bussa, entra, senza permesso e senza disturbare si accasa.

Ferrari come McLaren inseguono fantasmi chiedendo a Ivan Reitman i ghostbusters a costo zero. Si capisce. I problemi riscontrati nella prima tappa mondiale ha solo confermato e aumentato ansie e preoccupazioni, senza lasciare spazio a barlumi di serenità apparente. Investimenti milionari per auto e viaggi, minimizzando però gli investimenti sulla crescita professionale di uomini e macchine. E’ il caso di McLaren che fa a botte con scelte tecniche ancora lontane da quel colpo di frusta che la riporterebbe in auge. Un abisso da triangolo delle Bermude. La situazione economica della storica casa inglese non naviga in acque paradisiache a tal punto da mettersi a nudo per dimostrare la catastrofica situazione.

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©David J. Griffin

Andrea Stella, ex Ferrari, DT McLaren ci mette la faccia diventando così templare e, caricandosi sulle spalle questa croce arancione, racconta le sette fatiche di ercole che il team deve affrontare per ogni singolo aggiornamento o miglioria a livello aereodinamico: dalla galleria del vento alla realizzazione dei pezzi per sviluppare la vettura, spediti da nord a sud del mondo prima di farli arrivare a destinazione. Insomma lo storico nome legato al suo fondatore Bruce McLaren, al momento, di glorioso ha solo ricordi di un’epopea magica con un binomio d’eccellenza tra Signori e Sir.

Ferrari dal canto suo affila le unghie per renderle più aereodinamiche, taglienti, pronte a tagliare i ponti e a far saltare i banchi come le scrivanie. Un altro cambio al vertice che porta un ulteriore sconfitta morale dal piano tecnico con i piloti chiamati ad imprese che, almeno nel caso di Sainz jr, non sembra in grado di riuscirci. Leclerc ci prova, spreme e affonda la sua SF-23 che decide di spegnersi dando un colpo di grazie a capocollo. Un guasto, un problema inaspettato, un errore umano. Ma si certo, deve esser stato sicuramente questo, un aspetto banale dal peso mondiale. Un gatto nero che attraversa la strada, un rivale alla mille miglia che giunge da dietro, a far spenti, per coglierti di sorpresa e agguantare come un ninja questa elettronica così sofisticata da mettere in imbarazzo tutti.

Lasciano il tempo che trovano le parole dell’ AD Vigna che questo inverno descrisse la vettura come “monoposto senza precedenti”. Beh da un certo aspetto possiamo dire che ha ragione. Per tutti gli altri, forse, ha dimenticato l’epopea Alonso – Ferrari. Insomma piloti e DT che vanno, problemi che restano. Ci sarà un taglio al continuo cambio di DT nella casa di Maranello? Forse mai.

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La Formula 1 2023 parte con un colpo di frusta che ferisce, impartisce e divide, senza pietà, senza guardare chi colpisce. Non resta che attendere Jedda per una iniezione di fiducia, almeno apparente, per questa Formula 1 segue una rotta mondiale non proprio stellare.

 

Mortorsport is beautiful

 

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