Caro Paolino,

Nella mia carriera, sei stato una persona molto importante e sei stato così anche per il caro Gilles. Tu eri il più esperto meccanico della Ferrari però eri anche il più sensibile e affidabile della squadra. Ero sempre contento di rivedere il tuo sorriso quando rientravo ai box dopo una buona prestazione. Io avevo tanto rispetto per te, un rispetto che era condiviso da tutti i membri della Scuderia Ferrari. 

Patrick Tambay 20 Luglio 2018

Quello trascritto è un estratto che si trova nella prefazione del libro di Paolo Scaramelli, voluto da Leo Turrini, la Famiglia Scaramelli, il Sindaco, gli amici. Tutti. 

Storico meccanico della Ferrari entrato nel 1970 e dal 1974 al 1988 fu il meccanico di Niki Lauda, Gilles Villeneuve fino a Michele Alboreto. Nonostante il traguardo della pensione si è dedicato alla Ferrari fino all’epopea di Schumacher.

Ho riletto il libro di Paolo recentemente, non mi stancherò mai di farlo. Un viaggio nello scrigno della memoria di uomo privilegiato, come si definisce lui, per aver lavorato al fianco dell’Ing.re Ferrari. L’uomo che ha portato la Ferrari nel mondo. Oggi è un’azienda come tante, romantica per la storia, unica per i tifosi e appassionati che la circondano, invincibile perchè in quelle fondamenta c’è il sudore e le fatiche di uomini e donne che custodiscono segreti intimi, confidenze di famiglia, convivenze di un’epoca straordinaria e mai fuori luogo. Paolo Scaramelli è stato parte di quella famiglia numerosa. Uomo, meccanico meticoloso, chirurgo in ogni operazione da eseguire su quelle vetture che vedeva uscire ma temeva di non rivedere intere o, peggio ancora, temeva di non rivedere quei piloti che domavano quelle schegge impazzite.

Nella parte introduttiva di Leo Turrini c’è un paragrafo che colpisce. Lo fa sempre.

Dico questo perchè Scaramelli aveva tenuto un diario in presa diretta. Le cose che racconta le ha raccontate per se stesso quando quelle cose accadevo.” Leo Turrini

Ecco. Questa semplice riga la leggi come se fosse l’autore in persona a raccontarla, c’è la sua voce in questo libro prezioso che apre il cuore e ti entra nel sangue, senza preavviso, senza pretese, ma con umiltà proprio come Paolo. Perchè dico questo nonostante non l’abbia mai conosciuto? Semplicemente perchè il diario segreto del meccanico, lo scrigno dei ricordi dell’uomo, aperto ad un amico fidato, trasmette quelle sensazioni raccontate nella prefazione di Tambay e nell’introduzione di Turrini. Pura, limpida, cristallina.

Una vita per Ferrari ( E non solo ).

Un libro che si tuffa nella memoria del passato che rende Paolo Scaramelli un testimone del tempo, come Enzo Ferrari, come tutti quei figli del tempo che nelle strade del mondo hanno percorso i chilometri necessari per garantire a Gilles di tornare in pista dopo ogni auto rotta. Il racconto trascritto dalla memoria e da un diario, sono la storia di una famiglia che gira il mondo a bordo di una cinquecento con un motore o con i ricambi necessari per la gara, quando “si è magri di tappi”  nei week-end o con gli invidiosi di quella camicia con il cavallo nero, portato con fierezza da un paesino in provincia di Modena da un capo all’altro del mondo.

Non c’è da stupirsi se ancora oggi, un giovane come me, decide di ricordarlo così, con un semplice articolo da gettare nella fossa dei leoni di internet. Non c’è da stupirsi se un giorno sarete a Formigine e trovate occhi lucidi che parlano di Paolo come un amico, un fratello, uno di famiglia.
Dalla vita da meccanico a quella del volontario non c’è differenza: Si passa dalla chiave inglese all’aggiustare una friggitrice con un pò di filo di ferro e tanta manualità, un aneddoto e via sull’ambulanza a far servizio per chi è meno fortunato.

Paolo Scaramelli, un uomo con il cuore di un gigante.

 

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