Tuning Girl,

Jessica, dal mondo offroad.

I grattacieli dei motori! Gli spauracchi delle macchine normali, l’arroganza patronale che sfonda e affonda salvando vite e trascinandone altre fuori dai pericoli. Il vero pericolo però si chiama omologazioni. Jessica è una ragazza che guarda oltre gli schemi, è la spin off delle quattro ruote. Le strade? Vie infinite su cui lasciare il segno. Come ogni amante del off road le traiettorie diventano immaginarie, si cerca la migliore, si cavalca l’ostacolo e si va oltre.

E, come dice Jessica, se hai davanti una difficoltà: marce ridotte, blocchi avanti e dietro, e supera qualsiasi variante.

Jessica come è nata la passione per il fuori strada?

Tutta colpa del papà. Quando nacqui mio padre mi portò sulla neve, 15 giorni dopo la mia nascita. La mia famiglia volle forgiarmi subito a questo mondo, fatto di strade bianche. Crescendo, ogni auto o moto che fosse legata al mondo dell’offroad è diventato il mio pane, la “colazione dei campioni”. Ed è così che gli anni passarono ed io mi ritrovai in un full immersion in questo mondo, fatto di salite e discese, tra sterrato e strade bianche.

Quando presi la patente la mia prima auto fu una Saxo ma, dopo un anno, la mia indole prese il sopravvento e arrivò il mio primo fuoristrada: un Land Rover Discovery Discovery 200 2.5cc. La Saxo la vendetti 5 anni fa, con un po’ di dispiacere. Grande mezzo, soprattutto sulle strade bianche ( se lo sapesse mio padre mi ucciderebbe, scherzando, ndr). Oggi ho un Nissan Patrol gr y60 2.8cc.

Come si può paragonare il mondo del Tuning auto al mondo dell’offroad?

Considerando che il tuning è tutto “raso terra”, dagli assetti bassissimi ai paraurti che toccano quasi a terra, pneumatici con spalle piccole. Il mondo dell’offroad, invece, è tutto l’opposto: si parte da assetti alti: paraurti quasi inesistenti, pneumatici enormi e spalle larghe. Io guido un Nissan Patrol totalmente originale, mentre quello del mio compagno, non ha più niente di originale a parte i ponti o la scocca interna, un giocattolo di creatività.

Un giocattolo di creatività? Cosa intendi?

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©Sconosciuto

L’auto del mio compagno è stata stravolta in tutto. La maggior parte delle modifiche sono state sue creazioni: l’assetto totalmente costruito da lui, dagli ammortizzatori fino ai puntoni, motore Bmw 3.0cc, mappato, 6 cilindri in linea come un 2.8 originale del gr. Flangia per accoppiare il motore al volano costruita e progettata da lui fino ai supporti motori e volano. Tutto ricavato dal pieno. E anche i cerchi sono stati costruiti da lui, così come i rinforzi dei ponti per non farli piegare. Infine si è costruito un verricello bimotore.

Ha scelto questo motore perché è affidabile: i 6 cilindri in linea, a differenza del 2.8, anche se pompato, non riuscivi a tirargli fuori i cv rispetto al Bmw e, soprattutto, scalda molto di meno il Bmw rispetto al 2.8.

Come gestite l’officina? Avete molti clienti?

L’officina M2000.

Quella del mio compagno è un’ officina che tratta solo fuoristrada, mai fatta una macchina normale. A lui gli piace creare. Le persone ci portano macchine originali da modificare. Da chi vuole modificare solo il motore o cambiarlo a chi vuole mettere solo un assetto leggermente più alto e poi altre persone ci portano macchine originali da stravolgere definitivamente. Dai passi più allungati fino ad assetti fatti da zero con coilover ( per farle andare meglio di assetto). Ha progettato anche dei verricelli da gara bimotori, fatti sempre interamente da lui dagli ingranaggi interni fino al fuori del verricello.

Mi hai anticipato che in questo mondo ci sei da sempre…

Praticamente ci sono nata, ho fatto sempre raduni. Mio papà insieme, ad altri ragazzi avevano fondato un club nel 1999: Club Monte San Vicino in provincia di Macerata. Ho sempre fatto i giri con lui, dalla preparazione per i nostri raduni ai raduni di altri club. 5 anni fa conobbi il mio compagno e tutto prese un’altra piega. Prima facevo semplicemente da passeggera, da quando l’ho conosciuto mi ha insegnato a guidare nel mondo del fuoristrada mentre, ai raduni o nelle feste, nei percorsi più difficili guida lui.

Tra le tue esperienze nei raduni ne hai uno che ti è rimasto nel cuore?

Il raduno che preferisco lo fanno in provincia di Perugia a Cascia. E’ un raduno ben organizzato, dalla partenza all’arrivo. Si inizia nel centro di Cascia, nella piazza precisamente. Mentre si fanno le iscrizioni, ti danno dei bigliettini per la colazione in vari bar della piazza. Vieni scortato dalle forze dell’ordine, che fanno in modo che  nessuno intralci il percorso nelle strade principali. Da lì inizia una lunga colonna di fuoristrada, da quelli originali fino ad arrivare ai prototipi. Questo è uno dei raduni in Italia dove fanno le varianti per tutti i tipi di macchine. Passaggi per macchine originali, passaggi per macchine preparate, fino ad arrivare ai passaggi per i prototipi.

Quanti raduni hai fatto fino ad oggi?

Molti. Dal 2000 in poi una domenica si e una no. Tra uscite con amici, raduni e feste motoristiche. Tra i raduni che ho fatto ho realizzato il mio sogno di portarci mio padre. Fu una grande soddisfazione per me. Lui venne a mancare 5 anni fa. Ancora mi ricordo quando gli chiesi se ero brava o no e lui non rispose ma, mentre mia madre faceva il video, si è sentita la voce di mio padre che diceva che ero brava e che avevo un buon maestro ( il mio compagno ndr). Da noi, oltre ai raduni, si fanno anche delle sagre in campagna. Una vera e propria festa dei motori che comprende: fuoristrada, motocross, autocross, ape cross, freestyle di motocross, raduno panda, raduno 500 e trattori d’epoca. La cosa bella dei raduni è che conosci persone di tutta Italia.

L’orgoglio di papà sicuramente era stampato in viso e sono sicuro che era tanto felice di vedere sua figlia che segue le sue orme.

Esistono raduni monomarca?

Si, esistono raduni monomarca. Noi con i Patrol abbiamo il gruppo chiamato “Osteria del Patrol” che, nel maggio 2019, aveva organizzato un raduno monomarca in una riserva per raduni stupenda se non fosse stato per la tanta acqua che aveva fatto quella settimana. La strada principale era diventata una variante super hard. Da questo club è nata anche “l’Osteria del Patrol Girl”, dove abbiamo conosciuto molte ragazze che hanno la stessa macchina e passione. Abbiamo voluto creare questo gruppo per avere, appunto, un gruppo dove potessimo parlare solo noi ragazze della nostra passione.

Come e quanto costa gestire un auto come la tua?

Dipende dall’uso che ne fai. Il mio Patrol, d’inverno, lo usavo come macchina principale e, in quel modo, richiede la stessa manutenzione che richiede una macchina da tutti i giorni. I consumi sono più elevati rispetto ad un auto tradizionale. Se lo usi come il mio compagno, cioè solo per raduni, richiede un check up generico prima di ogni evento. Se invece, lo uso per fare le gare, ci vuole sempre un controllo minuzioso prima di ogni start, per non arrivare alle prime prove e rischiare di rompere subito e ritirarsi.

I campionati fuoristrada. Come si svolgono?

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©Sconosciuto

Ci sono diversi tipi di campionati, ciò che li accomuna sono che le categorie: vengono divise in base alle preparazioni della macchina. Vanno dalle categorie per le macchine quasi di serie, ai prototipi. Si suddividono anche in base alle altezze delle gomme: una macchina con una preparazione base, per esempio, non può fare lo stesso percorso che fa un prototipo con gomme giganti e tante altre preparazioni. Le gare funzionano tutte a tempo: chi riesce a fare il percorso in meno tempo vince.

Avendo un 4×4 immagino che il Tuning Audio non sia di casa. Hai anche altri mezzi a motore?

Ho anche una Golf Mk6 2.0 tdi 140 cv. Niente di speciale, è quasi tutta originale ha solo lo stage 1. Nella mia vita ho avuto molti fuoristrada: 2 Land Rover Discovery, uno mio personale e l’altro l’ho preso quando mio padre è morto. Poi, essendo fuoristrada ingombranti, li ho venduti per un fuoristrada più piccolo e ho preso un Suzuki Jimny, venduta per disperazione dopo che si era rotta la pompa dell’iniezione. Ed ora come fuoristrada ho il Patrol gr. Poi ho un Ktm 85sx da cross 2t. E’ stata rifatta totalmente da zero: dal motore che era rotto alle plastiche nuove, ho anodizzato i cerchi e rifatto zincare i raggi.

Per la tua esperienza consiglieresti di comprare un fuoristrada ad un neofita?

Io senza non riuscirei a starci. Quando ero piccola mio padre mi aveva comprato la Peg Perego e io non contenta gliela feci stravolgere tutta, la volevo preparata come la sua. È un mondo bello, ma basta anche un secondo ritrovarsi sotto sopra. Ci sono stati anche degli incidenti durante i raduni. Non è un mondo per tutti. Fino a 12 anni fa vivevo in campagna e avevo anche un quad 50cc 4t per andare a spasso li intorno. Purtroppo è un mondo non capito. In più, in Italia si fa molta fatica ad avere le omologazioni.

Per averle devi andare in Germania, ma è un giochetto che inizia a costare molto dato che prima devi immatricolare la macchina in Germania,  fare tutti gli accertamenti e poi riportarla giù e immatricolarla in Italia. Da noi queste auto vengono viste come auto per delinquenti. Quando ci sono le calamità naturali, però, tutti a correre a chiamarci perché, dove i nostri mezzi arrivano gli altri si fermano.

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Quanto può costare un auto come la tua?

Il prezzo può variare molto e da molte cose. Su un fuoristrada originale andiamo dagli 8/10 mila ma deve essere totalmente originale e messa bene. Se preparata, varia da 10/20 mila, euro ma bisogna vedere che tipo di preparazione c’è, se è omologata o no, che omologazione ha e quali cose ha omologato.

Che auto consiglieresti a chi vuol iniziare?

Gli appassionati iniziano con un Suzuki perché è piccolo e maneggevole. Io personalmente mi sono trovata benissimo con il Patrol, mi ha dato sempre molta sicurezza a confronto con agli altri fuoristrada. Non esiste un auto perfetta in tutto, ognuna ha i suoi problemi.

MTR24 ha intrapreso una strada alternativa, una di quelle non convenzionali. Tutt’altro. Il mondo dell’offroad è un mondo speciale, bisogna sporcarsi sempre di terra e fango, affrontare insidie e salite vertiginose. È una giostra da pelo sullo stomaco per cercare l’attrito che ti consente di andare oltre la collina, mangiare la terra che un auto come questa inghiottirebbe in un  solo boccone, per poi guardare l’orizzonte da un’altra prospettiva. Un’altra luce. Tutt’altra visuale, direi. Un grattacielo su quattro ruote.

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