Scuderia Ferrari,

La squadra corse di tutti. O quasi. Forse di nessuno. Almeno in apparenza.

Nel circuito intitolato a Carlos Pace Ferrari ci prova, ci spera, ma la danza delle nuvole ha cambiato direzione. Piove, non piove, che facciamo? Diversifichiamo. Giusto. Ma perchè farlo? Che vantaggi ci sarebbero stati?

Proviamo a guardare con gli occhi di chi lavora al muretto.

Il meteo non aiuta, grandi incertezze, grandi dubbi, la pioggia arriva poi se ne va e si AyrtonAyrtonapre uno spiraglio per sperare di giocare un jolly estremo. Lo fai, accetti la sfida con la consapevolezza che potresti fallire. Ma il jolly funziona, arriva la pioggia, Leclerc è l’unico che può restare fuori con le gomme intermedie e strappare una pole certa perchè il time remaining è sufficiente per poter fare più giri, rischiare una bandiera, rischiare la sospensione delle qualifiche a causa di un incidente o una vettura ferma nella sabbia.

Alla fine è accaduto…

Dopotutto si. E’ successo. Lo scenario perfetto per vivere la festa brasiliana, scatenare la torcida che tanto ricorda Rubens e Felipe, onorare Ayrton, salutare a squarcia gola Fittipaldi e Piquet. La festa sarebbe stata mondiale, in Italia saremmo tutti pronti con piatti di spaghetti e mandolini in mano per suonare e goderci una rossa li, dove piace a noi, dove è giusto che stia perchè si sa, noi italiani, la rossa, la vogliamo sempre davanti ai nostri occhi, quel cavallino rampante deve correre sempre a briglie sciolte rincorrendo la vittoria o inseguendola con la certezza matematica che quando agguanti l’avversario lo mangi in un sol boccone. Mi ricorda Michael quando inseguiva la McLaren di Hakkinen: Step by step ci arrivava, lo raggiungeva.

Se in Brasile fosse arrivata la pioggia non sarebbero state gocce piene di rabbiose critiche e insulti ma sarebbero state frecce scoccate dagl’archi infiammati dalla passione, cuori goliardici che avrebbero urlato fino ad arrivare a fondo scala perchè da casa Italia al Brasile, attraverso la tv e social, le nostre voci dovevano arrivate.

In qualche modo sono arrivate. In qualche modo hanno raggiunto i box. Se i minuti fossero stati a favore di una scelta azzardata avremmo parlato in tutt’altro modo.

Errori accettabili ora che il mondiale è finito. Errori che portano benefici per il futuro perchè solo dagli errori puoi imparare, dalle vittorie puoi solo apprendere di aver avuto una giornata gloriosa come ce ne saranno altre. Ora è solo una questione di minuti, per metabolizzare, per capire, per studiare al meglio e accumulare esperienza.

Esperienza che diventano punti per basi solide. Basi solide significano punti di riferimento da trasmettere al futuro.

Guardare al passato, sbagliare nel presente, migliorare il futuro.

La strada è giusta.

E’ solo una questione di minuti.

Motorspor is beautiful

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