Dan Gurney.

Grazie.

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©The Cahier Archive

Ammesso che sia sufficiente ringraziare l’uomo dall’aspetto hollywoodiano, figo quanto Eastwood, forte più di lui. Pilota, costruttore, team manager. Dan è stato tra i più forti al mondo e l’unico che mi sento di paragonare a Mario Andretti. Altra leggenda indiscussa che il motorsport abbia mai conosciuto.

Ma Dan Gurney è davvero tutt’altra storia. Nasce nel 1931 Port Jefferson, figlio di un cantante lirico e nipote dell’inventore dei cuscinetti a sfera, un accoppiamento che ha fatto nascere nell’ecclettico pilota americano la sua innata velocità nelle vene. Il 23 ottobre 1955 inizia la sua avventura a bordo di una Triumph TR2 a Torrey Pines chiudendo in 10° posizione. La prima vittoria arriva invece a Riverside il 22 settembre 1957 con una Chevrolet Corvette.

Arriva in Ferrari nel 1959 spinto da Luigi Chinetti e concluse la stagione a metà classica guadagnando 13 punti e due podi. Dal 1962 è una giostra di cambiamenti: BRM, Porsche, Porsche-Lotus, fino ad arrivare alla Brabham dove resterà per tre anni ottenendo la sua prima vittoria in F1 nel Circuito di Rouen ( Francia ) e poi in Messico. Da Brabham a Eagle; fu una sua creatura con un motore 3000cc così brutale da rendere la vettura quasi inguidabile ma nonostante ciò riuscì a centrare una vittoria. Nel 1970 dove dice addio alla F1.

86 gare disputate, 4 vinte, 2 non valide per il mondiale; Solitude 1962, Race Of Champion 1967. Dopo la F1 e Le Mans dove nel 1967 inaugurò la doccia di champagne la prima nella storia del motorsport. Non ce solo F1 e Le Mans nella carriera del giovani yankee ma 500 miglia di Indianapolis, Can Am, Champ Car, Nascar.

  • Dal 1962 al 1970 500 Miglia di Indianapolis
  • Dal 1968 al 1970 Can Am
  • 1969 e 1970 corse in Champ Car dove ottenne 7 vittorie su 28 disputate

In Nascar vinse tre volte in tutto; 1965, 1966 e 1968. In tutto conta nella categoria cinque vittorie in sedici gare, e tre pole position.

©Pat Brollier

La nascita della CART

Finita l’epoca del pilota inizia l’epopea del team manager, con testa e cuore divenne costruttore d’auto e proprietario, presidente e amministratore della scuderia All Americans Racer.Il suo team vincerà un totale di 78 gare, 8 campionati. La sua determinazione non piacque alla USAC e questo creò una crepa nel motorsport americano. Questo fu il trampolino di lancio per Dan Gurney che decise di scrivere una white letter per chiedere la collaborazione di tutti i team e creare un campionato controllato da proprietari ed partecipanti effettivi. Fu una lunga battaglia ma alla fine vinse. Nel 1979 si avviò la prima corsa con vetture a ruote scoperte.

Dan Gurney è stato un ecclettico pilota regalando al motorsport una ventata di novità: dalla doccia di Champagne al casco integrale; fu il primo ad indossarlo e ad alzare lo standard di sicurezza nel mondo delle corse.

Sono passati 4 anni dalla sua scomparsa avvenuta per problemi polmonari ma la sua vita, le imprese resteranno per sempre nei piccoli gesti che troviamo in ogni week-end di gara.

con un ultimo sorriso sul suo bel viso, Dan è andato verso l’ignoto.”  Fam Gurney.

Grazie Dan!

Motorsport is beautiful

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