Caro Mick Schumacher,

23 anni e 1999 sogni da realizzare. Il giovane pilota della Haas si prepara al suo secondo anno in F1; Quest’anno per dimostrare e non solo per figurare.

Nasce a Vufflens-le-Château un comune svizzero del Canton Vaud, nel distretto di Morges. Figlio del pluricampione  della Ferrari Michael Schumacher. Inizia la sua carriera motoristica nel lontano 2008 utilizzando il cognome di sua madre, Betsch.

Nel 2011 inizia la sua lunga carriera che lo porta a seguire le orme del papà. L’avventura di Mick comincia nella classe KF3 dell’ADAC Kart Masters, classificandosi rispettivamente al nono e settimo posto. Negli stessi anni è terzo nell’Euro Wintercup della classe KF3.

Nel campionato tedesco Junior Kart e nella CIK-FIA Super Cup KF junior arriverà terzo. L’anno successivo gareggia nei campionati internazionali e nazionali Junior, terminerà la stagione in seconda posizione nella serie tedesca Junior Kart e nei campionati europei e mondiali. Arriva la Formula 4 ADAC con il team Van Amersfoort Racing e con loro porta a casa la sua prima vittoria ad Oschersleben. L’anno seguente si lega al Prema Powerteam e si divide tra la serie italiana (centrando cinque vittorie, due a Misano, a Imola, a Vallelunga e a Monza) che in quella tedesca (con altre cinque affermazioni a Oschersleben, due volte al Lausitzring, al Nürburgring e ad Hockenheim).

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DANIEL ROLAND/AFP via Getty Images

Finita la gavetta si passa di categoria e si vola in F3

Finiti gli anni di gare tra Italia – Germania arriva il momento di stabilizzarsi in un team per la F3 e F2 dove Mick Schumacher inizia a muovere i primi passi e, dopo un anno di apprendimento, scioglie i nodi e prende il largo vincendo e portando sempre la vettura in zona punti. Arriva così al 2020 con il team Prema che lo porta alla vittoria del titolo F2 grazie a due vittorie, otto podi, dieci piazzamenti a punti. Con questi risultati ha guadagnato gettoni utili per accedere alla F1; In molti ci aspettavamo un debutto in rosso – sarebbe stato bellissimo – ma a

Maranello, forse per l’inesperienza o il timore di bruciare il giovane tedesco, preferiscono farlo approdare in un team satellite come la HAAS.

Per quanto la vettura sia al di sotto delle aspettative e non permette di fare sogni in grande, Mick stupisce e con costanza e determinazione porta a casa risultati importanti per il team e per se stesso tappando molte voci che, inevitabilmente, per età ed esperienza in F1, lo paragonano a piloti che hanno meno costanza e che spesso sono a muro.

Insomma se in molti casi si arriva in F1 grazie al denaro e sponsor, per Mick non è proprio così. Aspettando il sogno in rosso per rivivere i giorni di gloria che papà Michael ci ha regalato possiamo solo aspettare e continuare a sognare.

Buon compleanno Mick!

 

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