Monaco 1988. On this day, i said to myself, “that was maximum for me; no room for anything more” I never really reached”

Ayrton Senna.

Cosa ti viene in mente se pensi al brasiliano?

Siamo alla vigilia del gran premio di Monaco dove tutto può accadere, dove tutto è il contrario di tutto: Tra i cordoli del circuito cittadino scorre ancora quella poetica adrenalina gialla verde, lasciata dalle gomme di quella scheggia impazzita bianca rossa che sfrecciava rincorrendo un fantasma. Ayrton Senna quel giorno era andato oltre.

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©Cahier Archive

Sono passati 33 anni da quel giorno, ad oggi nessuno è riuscito ad emozionare come il brasiliano in quel 14 Maggio 1988. Io ero in fasce, mio padre, davanti alla tv, posso solo immaginarlo. Le persone nei paddock? Un brivido freddo lungo tutto la schiena e sangue gelato, il cuore si è fermato quando le lancette del cronometro, hanno registrato il tempo di 1:23:998 secondi. 

Prost, compagno e rivale di una vita in pista, non può nulla contro quel tornado che si è scatenato in pista. Il professore sulla pista di casa, deve subire, ancora una volta, una schiacciante affermazione di Ayrton.

Monaco dove tutto ebbe inizio: 3 Giugno 1984 in pista c’è il diluvio, Prost è in testa al gran premio con ampio margine. Da dietro, nella nebbia d’acqua, un casco giallo sta volando. Sbriciola il distacco giro dopo giro. Prost saldamente al comando, decise di interrompere la gara. La delusione di Ayrton è stampata in faccia, il pubblico fischia, i presenti capiscono che quel gesto è qualcosa che va oltre l’agonismo, la fame di vincere in casa, la volontà di dimostrare chi è il migliore.

Da quella domenica, Prost, non vincerà più il gran premio di casa; Senna vincerà le cinque edizioni consecutive dal 1988 al 1992 a bordo della McLaren Honda.

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14 Maggio 1988 Sabato, giorno delle qualifiche.

Prost è in testa, Senna scende in pista: quarta, quinta, sesta marcia, gas spalancato sul rettilineo 260-270km/h staccata violenta alla Saint Devote, via quattro marcie, piede sul gas, quinta, sesta e la McLaren vola con quei 260 km/h, via tre marcie per la Casinò, motore al limitatore, non c’è tempo per la quarta marcia, siamo alla Mirabeau, Grand Hotel, Portier, Tunnel le marcie non si contano più, il motore Honda sprigiona un urlo che spaventa tutti. Sotto il Tunnell c’è spazio solo per il bagliore che lascia il fondo. Da 270 km/h a 60 km/h in una manciata di metri per la chicane, non hai il tempo di respirare, devi danzare tra i cordoli delle chicane Tabaccaio, Piscine, Rascasse, Anthony Noghes un bacio al muretto esterno e… Il cronometro si ferma a 1:23:998 secondi Prost viene staccato di 1″427 secondi. 

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Senna scrive sul diario delle emozioni la pole position più bella mai realizzata nella storia della F1, un giro intenso, che a distanza di tanti anni lascia ancora lo stupore negl’occhi. Soltanto Stefan Bellof è riuscito in una impresa simile ma sul Nordschleife. Due piloti diversi, ma che avevano in comune una sola cosa: La velocità.

 

Motorsport is beautiful

On the anniversary of Ayrton Senna’s fabled qualifying lap at Monaco in 1988, we remember that remarkable moment. #LegendaryLaps pic.twitter.com/xSffWlQM1d

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