Portacolori di una terra che regala spettacolo nel mondo del calcio, amarezza per l’estrema povertà, polmone del mondo. Il Brasile: terra di motori, sogni, speranze e di rinascita. Rubens Barrichello nacque il 23 maggio 1972.

Una terra che ci ha fatto conoscere tanti piloti; Carlos Pace, Pedro Paulo Diniz, Fittipaldi, Piquet, Pizzonia, Zonta, Senna.

Ma tra i tanti c’è chi emerge per le imprese, per le conquiste e per la rivalità, ma più di tutti c’è lui, Rubens. Pilota mai espresso a pieno, sempre all’ombra del suo capitano, ben consapevole del suo ruolo in rosso e autore di quel mondiale, il primo a Suzuka 2000. Quel mondiale porta anche il suo nome, in parte è anche suo. Facciamo un tuffo nel passato e riscopriamo chi era il brasiliano prima di diventare Rubens Barrichello della Ferrari.

1981 all’età di nove anni il piccolo Rubens si mette alla guida dei kart. Sin da subito mette in mostra le sue capacità di pilota. Nel campionato brasiliano vincerà 5 titoli nazionali.

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Veloce, affidabile, vincente. Così si fa conoscere nella sua nazione. Senza troppe difficoltà vince e stravince nei kart facendosi un nome. Si arriva velocemente al 1988 e il vento cambia, si passa di categoria; inizia il campionato Ford 1600. Successi medi lo portano a guadagnare il quarto posto in classifica generale. Il giovane brasiliano non passa inosservato ed arrivano proposte per correre in Europa. La Opel gli offre la possibilità di fare dei test per partecipare al campionato mono marca della casa tedesca ed è così che la sua vita agonistica prende svolta importante. Il 1990 all’età di 18 anni Rubens Barrichello si fa conoscere in Europa. La sua determinazione lo porta a vincere il campionato con 6 vittorie su 11 gare disputate, 7 giri veloci, 7 pole position.

1991 andrà in Inghilterra. Un nuovo passo in avanti per lui. Anche in terra inglese, Rubens Barrichello non delude, rafforza le voci che girano intorno a lui e nel campionato di Formula 3 si laurea, con 4 vittorie e 9 pole position, campione. Solo il 1993 in Formula 3000 trova degli ostacoli in pista; la vettura che gli viene affidata non è all’altezza ma le sue doti eccezionali e il suo stile guida lo portano a concludere al terzo posto in campionato. Un buon risultato contro ogni aspettativa.

Audentes fortuna iuvat. Rubens viene chiamato dalla Jordan-Hart per il Gran Premio del Sud-Africa, il battesimo del connazionale Senna

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I due brasiliani danno spettacolo in pista, danzano sotto l’acquazzone. Per Ayrton la gara è formalità, aveva già dimostrato le sue doti su pista bagnata, ma Rubinho era un rookie in F1. Ma questo aveva poca importanza. Quell’acquazzone fu una benedizione di Dio per lui, solo un guasto meccanico interruppe la sua gara.

Certo Ayrton “Il Mago” Senna era irraggiungibile, ma ciò che contava era aver dimostrato di avere la stoffa per andar lontano. Quell’anno finirà il campionato infondo alla classifica ma si guadagnò il gettone per restare in F1.

Il week-end di Imola sarà una cicatrice che segnerà per sempre il Barrichello; inutile tornare a descrivere ancora i fatti, quel week-end stregato aveva ricordato a tutti quanto fosse facile morire o farsi male. A Barrichello andò bene.

E’ stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita, non dimenticherò mai il viso di Ayrton con le lacrime agli occhi preoccupato per la mia condizione…“. Il resto è storia.

Nei successivi due anni continuerà con Jordan che cambia il propulsore, la vettura sarà spinta da Peugeot; in Canada riuscì a guadagnare il secondo gradino del podio mentre nel 1996 chiuderà senza podi e un ottavo posto nel campionato.

Nel 1997 Barrichello passa alla Stewart-Ford dove rimarrà per 3 anni. A Monaco, si piazza al secondo posto dietro a Micheal Schumacher. Dopo un ottimo 1999  7° con 21 punti, una pole position in Francia e 3 podi, Ferrari lo chiama per sostituire Irvine

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Finalmente Ferrari. Alla guida della rossa torna un brasiliano. Il suo ingaggio fa pensare a quell’accordo mancato con Senna ma, Rubinho, mette subito alla frusta la sua Ferrari e dimostra di essere all’altezza del compito. Si parte da Melbourne ed è subito doppietta lasciando le frecce d’argento dietro. Nel gran premio di casa Barrichello è costretto al ritiro. La prima delusione in rosso. Si vola in europa e per il brasiliano arrivano i podi, 6 in tutto; Spagna, Monaco e in Canada. I tempi sono maturi, manca solo la vittoria della vita. E la tanto desiderata vittoria arriva. Siamo in Germania, Hockenaim. Ferrari favorite sulla carta, le McLaren però hanno una marcia in più. Le qualifiche vanno male! Barrichello partirà dal fondo. Le rosse fanno da panino in griglia; Michel in Pole, Barrichello in fondo.

Domenica ore 14.00; Allo spegnimento dei semafori le vetture scattano, Schumacher viene colpito da Fisichella, va fuori alla prima curva! Le McLaren volano. Rubinho pure. Dal fondo inizia una rimonta da cardiopalmo! Forse non tutto è perduto. Si getta ad un inseguimento disperato, giro dopo giro elude le difese dei suoi rivali e li sorpassa con grande facilità. Dopo pochi giri il brasiliano è terzo! Ma è il giorno dei miracoli, la giornata della vita che regala sorprese del tutto inaspettate; Un ex dipendente della Mercedes si getta in pista obbligando l’uscita della Safety Car, la sua frustrazione per il licenziamento lo porta a fare questo folle gesto. Gruppo ricompattato, addio ai 33 secondi di vantaggio delle frecce d’argento. È fatta! Tutti iniziamo a sognare… Ma Hakkinen vola e Coulthard fa il gioco dì squadra.

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Questo però non ferma il coriaceo pilota della rossa che getta il cuore oltre l’ostacolo e va in caccia di Hakkinen. Ma il bello deve ancora venire. Inizia a piovere. La pista si divide a metà, una zona asciutta e l’altra completamente bagnata, la grande confusione porta a grande nervosismo e tutti iniziano la danza dei pit-stop. Ma non Rubens. È l’occasione della vita, colui che guida come il suo maestro balza in testa al gran premio. Dopo qualche giro Ross Brawn lo guida, gli chiede di restare fuori, è un temporale passeggero. Metà pista bagnata metà no… Un azzardo. Ma quell’azzardo farà guadagnare un margine di 7.741 sec su Hakkinen, il muro dopo il traguardo è rosso Ferrari! Nel suo ultimo giro, Rubinho è accompagnato dal pubblico sugli spalti che esulta per lui, si emozionano per lui e il Brasile che lo accompagna al traguardo ed è festa di tutti per Rubens Barrichello. Gomme da asciutto, su pista bagnata e vince la sua prima gara in rosso, dopo un digiuno di 123 partenze. La più bella di sempre, quella che fa piangere di gioia. “C’è l’hai fatta Rubens! Hai vinto il tuo primo gran premio a bordo di una Ferrari!” – disse Todt a parco chiuso. Ad aspettarlo c’è il capitano Micheal che lo saluta e ringrazia, quella vittoria significa, per il Kaiser e la squadra, il primato in classica. Quella pioggia improvvisa? Erano lacrime di gioia, tutte quelle che, dal cielo, Ayrton poteva far cadere in casa del Kaiser. Barrichello sul podio fa il resto! La doccia di champagne non poteva essere più dolce, anche gli sconfitti riconoscono l’impresa è alzano il brasiliano portandolo sulle loro Spalle. Che gara Rubhino! ancora oggi mi emoziono quando la guardo (ndr).

DAL ROSSO AL BIANCO FERMANDOSI IN BLUE. IL MONDIALE CON LA BRAWN? UNA COCENTE SCONFITTA

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Il 2005 è l’ultimo anno per il brasiliano in rosso. Alcune affermazioni del Kaiser non vanno giù, il trattamento da gregario inizia ad esser scomodo e così arriva il momento di cambiare aria. Firmerà un contratto triennale con la Bar-Honda. Vettura non all’altezza e nel primo anno ottiene due quarti posti chiuderà il mondiale settimo con 30 punti. Il secondo anno è un disastro, 0 punti. Il terzo anno non è generoso; in Australia viene squalificato, molti ritiri, pochi punti. Finirà il mondiale al quattordicesimo posto con 11 punti e un podio in Inghilterra.

La Formula 1 subisce un profondo cambiamento a livello tecnico. Con l’addio di Schumacher molti collaboratori se ne vanno, tra loro c’è Ross Brawn. Il genio della Ferrari decide di investire una piccola somma per creare una scuderia vincente. Assorbe la Bar-Honda che, a causa dei elevati costi decise di abbandonare il circus. Un solo colpo in canna si vince tutto al primo anno o si perde tutto i due piloti; Button e Barrichello vennero confermati al posto di Bruno Senna.

Al via la Brawn GP01 vince con una doppietta in Austrialia. Rubens Barrichello rimane in lotta per il mondiale fino al Gp di casa; una foratura dopo il via dalla Pole Position lo porta nelle retrovie. Il sogno mondiale svanisce e chiuderà al terzo posto con 77 punti.

Dopo quel mondiale anomalo, Rubens trova un sedile sulla Williams. Vettura mai stata all’altezza e con tanti problemi

Novembre 2009 Williams ufficializza l’ingaggio pilota brasiliano affiancandolo a Nico Hulkenberg. La stagione iniziò nei peggiori dei modi; La monoposto blue non riesce neanche a qualificarsi a causa della sua scarsità, sono rare le occasioni in cui riesce ad afferrare il decimo posto. Tuttavia riesce a conquistare 8 punti nella prima parte della stagione, il miglior piazzamento sarà il gran premio d’Australia.

Nonostante le difficoltà sviluppa la Williams in modo egregio e i risultati iniziano ad arrivare. Il 2010 la Williams riesce a rialzarsi e ha conquistare il decimo posto in classifica generale. La FW32 conta due ritiri e un quarto posto come miglior piazzamento al gran premio d’europa. La buona sorte però non è dalla parte della FW33 che proprio non ne vuol sapere. A inizio campionato subito due ritiri. Il miglior piazzamento ottenuto dal brasiliano è in Francia nel circuito cittadino di Monaco e in Canada. Nell’insoddisfazione generale, la Williams appieda Barichello per un altro brasiliano, Bruno Senna. Giovane pilota, nipote del compianto Ayrton dalle buone capacità di guida. Rubens tenta un accordo per il 2014 con la Caterham ma l’accordò sfumò a causa della crisi finanziaria della scuderia malese. L’epopea del brasiliano finisce così. In Formula 1 non c’è un posto per lui.

Dopo la Formula 1 Rubens Barrichello si getta nell’IndyCar dove affiancherà Tony Kanaan. Risultati discreti e non del tutto soddisfacenti lo portano ad cambiare ancora categoria e tentare la fortuna nella categoria Stock Car dove ottiene eccellenti risultati e alla fine del campionato diventa campione. Prosegue fino al 2016 dove però la fortuna non lo aiuta e sarà solo vice campione.

Una storia fatta di alti e bassi per lui. Il brasiliano Rubens Barrichello che tanto ha fatto emozionare in Ferrari si è perso nel vasto mare del motor sport facendo perdere un pò le sue tracce. Pilota umile e dal carattere spigoloso ma sempre fedele alla causa. Schumacher gli dedicò una tuta a Montecarlo facendosi cucire parte della bandiera brasiliana sulla sua tuta ma, nonostante questo gesto affettuoso del tedesco, i rapporti ormai inclinati portano l’unico vero gregario nella storia della rossa lontano. Troppo.

Forse se sarebbe rimasto in Ferrari, oggi, parleremo di un’altra storia e chissà come sarebbero andate le cose.

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