Gioie terribili, auto blu, la stampa del cavallino rampante sbagliata e quell’unica copia esistente al mondo. Arrivederci Drake!

 

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© Photo by Sergio Del Grande/Mondadori via Getty Images

Enzo Ferrari, uomo, pilota, imprenditore

Maranello, il giorno dopo. E’ un giorno di lutto, un giorno come altri segnati dalla funesta scomparsa del fondatore di un’azienda che prende il suo nome. Per chi da sempre ha vissuto in Ferrari, per chi ha vissuto Enzo Ferrari, conosce bene l’aria grezza e soffocante che si respira è la stessa che si respirava quando morì Vittorio Jano, Bandini, Gilles, quando una delle “figlie” di Enzo Ferrari prendevano fuoco o venivano distrutte senza che il pilota potesse tornare a casa dalla sua famiglia.

Il giorno dopo a Maranello è il giorno dei dubbi, delle domande senza risposta, di incertezze certe e di poche certezze. In GES iniziano i primi screzi, iniziano i litigi, inizia l’epoca nera per Ferrari che perde la rotta e si scontra sugli scogli dove troverà una scomoda area di confort che gli farà compagnia per tanti troppi anni. Enzo Ferrai lascia un’eredità alla nazione consapevole che Ferrari continuerà a vivere grazie agli appassionati che nel mondo hanno trovato l’essenza dell’anima sportiva.

Di Enzo Ferrari rimarranno aneddoti unici, come la stampa in ferro del simbolo della scuderia Ferrari sbagliato, costruito al contrario ed oggi, unica copia esistente al mondo. Storie di piloti che si sono susseguiti nelle epoche suddivise in cinque dal Drake. Lui che ha conosciuto Campari con i suoi schizzi di pipì durante gli allenamenti della Targa Florio 1928, Alberto Ascari, Nuvolari, Scarfiotti, Varzi, Pintacuda, Fagioli, Farina, Villoresi e la volpe argentata Taruffi. Tra i suoi rivali storici il più importante fu Alfred Neubauer conosciuto nel 1923 di cui perse ne perse in fretta le tracce per poi ritrovarlo a capo dello sviluppo Mercedes – Auto Union. Finita la guerra i due si trovarono a Maranello, una visita inaspettata quella di Alfred Neubauer da parte di Enzo Ferrari. Una piacevole sorpresa che si tramutò in guanto di sfida.

Le epoche di piloti per il Drake furono 5

Ci fu il giovane Wolfgang von Trips un ragazzo molto caro al Drake in quanto era di grande nobiltà d’animo, pilota veloce e sempre sorridente. Trips fu l’inizio di una nuova era di piloti, la quarta per il Drake. Un’altra epoca funesta perchè vide il giovane nobile morire dopo un tamponamento con Clark, la sua vettura schizzò sulla tribuna con conseguenze catastrofiche. Ci fu Phil Hill che si prese uno schiaffo morale dal Drake quando gli disse. “La vettura ha qualche problema la motore” – la risposta del Drake fu tagliente – ” E’ il tuo piede destro ad avere un problema.”

Maranello. Se l’asfalto e le mura che circondano quella azienda piena di passione potesse parlare racconterebbe delle lacrime versate sulla sua scrivania quando, dopo i fatti di Zolder 1982, gli venne raccontato ciò che accadde a Gilles, quel piccolo pilota tutto muscoli e nervi che gli ricordava Nuvolari. E di lacrime quella sera credo che ne siano scese davvero tante. Quella grande scrivania che ha visto passare tanti piloti quanti dispiaceri. L’ultima vera gioia di Ferrari? Michele Alboreto. Milanese, galantuomo, sempre educato e signorile. L’ultimo vero pilota italiano alla guida della rossa del Drake, l’ultimo pilota italiano voluto da Enzo Ferrari perchè negli anni fu accusato di ogni tipo di ingiustizia; Dall’avere più interesse nelle sue auto che ai propri piloti, all’accusa di omicidio per la morte di De Portago avvenuta per lo scoppio di un pneumatico.

Alboreto, Zermiani e la F40, Buon Natale Italia!

L’ultimo vero regalo targato Ferrari fu la F40. La sua presentazione avvenne in modo del tutto anomalo rispetto al solito; Zermiani, grande giornalista sportivo e icona della F1 anni 90, andò a Maranello e con Michele Alboreto alla guida portarono a spasso dal casello di Modena a Melegnano la straordinaria creatura. Ogni tappa per un rabbocco di benzina è un momento di raccolta per tutti gli appassionati che si soffermano a guardare e ad ammirare. “Una bestia” – dice un appassionato rimanendo senza parole – “non mi basta il mutuo per comprarla” dice un altro. Momenti indimenticabili per tutti. L’arrivo in Piazza Duomo a Milano è una festa inaspettata per tutti. Tutti i passanti si accorsero con uno solo sguardo che non si trattava di un miraggio.

Inevitabilmente la reazione di Ferrari su impulsiva e rabbiosa. “Zermiani ha portato a distrarre un suo pilota con una vettura che ancora non aveva avuto l’autorizzazione per uscire dalla fabbrica“. Ma quel natale era speciale e, pochi mesi dopo, arrivò una lettera di scuse da parte di Ferrari che ringraziava per la pubblicità fatta.

Questi ricordi non furono sufficienti a placare il dispiacere di aver perso l’uomo che regalò sogni e fantasie al mondo con modelli unici legati ad eleganza e sportività. Gli uomini in rosso troveranno un barlume di felicità grazie a Michele Alboreto che promise a tutti i suoi uomini una vacanza se avesse vinto il titolo mondiale..

Il mondiale non arrivò ma la vacanza sì! 

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Photo by Ronald Startup/Getty Images

Maranello hai conosciuto uomini straordinari, persone uniche, hai visto sotterrare ogni creatura uscita dalla fabbrica nata e cresciuta nella tua terra ormai orfana del fondatore. Se oggi ci fosse Enzo Ferrari…

Ho trovato uomini che indubbiamente amavano come me l’automobile. Ma forse non ne ho trovati altri con la mia ostinazione, animati da questa passione dominante nella vita che a me ha tolto il tempo e il gusto per quasi ogni altra cosa. Io non ho alcun diverso interesse dalla macchina da corsa.

Ecco. Forse mancano persone che hanno la sua ostinazione unita alla passione e gli attributi di sbatter fuori Ford per un contratto non veritiero che avrebbe affossato l’azienda di un artigiano che costruiva sogni.

Arrivederci Commendatore Enzo Ferrari, oggi la sua azienda non è più quella di un tempo ma io, noi, crediamo ancora che un giorno arriverà qualcuno come lei a comandare con un nuovo Gilles e un Michael a vincere.

 

 

Io sono uno che ha sognato di essere Enzo Ferrari

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