Tuning Girl,

Giulia: la potenza del quadrifoglio verde in una donna.

Il Tuning continua a stupire e stupirmi. Lei, Giulia, è figlia del tempo, figlia del Biscione, degli anni d’oro della casa dei sogni proibiti. Allori e albori. Pilota, mamma, collaudatrice e meccanico. Uno tsunami della meccanica, un V8 Alfa. Il Verde? Un colore per la vita, un porta fortuna, una simbolo, un mantra. Insomma tutto. Imparare, parzializzare, partire e boom! Arriva il bacio del guardrail che spaventa, che frena, che dice “ehi stai correndo troppo!” Ma Giulia va oltre, è il Ciccio Ascari nella sua ultima Mille Miglia, il Nuvolari dell’astuzia. Verde come il quadrifoglio. Verde come la speranza di un futuro che va a tutto Gas, come piace a lei. Come vuole lei. Tra una curva cieca e una S, fermatevi sul muretto più vicino e lasciatevi baciare dall’animo corsaiolo di Giulia: la donna del quadrifoglio verde.

Ogni anno andavo da mio nonno in vacanza. A me è sempre piaciuto giocare con tutto ciò che era legato al mondo dei motori. Mia madre ha fatto di tutto distrarmi da questo mondo di accoppiamenti meccanici, gomme bruciate, benzina, sudore e passione. Ma tutto finiva in pianti e lanci di bambole o altro.

Com’è cominciato Giulia?

Una delle tante estati… Verso la fine di un Luglio ormai lontano, mi sono trovata con mio nonno durante i suoi lavori. Il nonno era capo officina e collaudatore Alfa Romeo. Un giorno mia madre aveva delle commissioni, così mi affidò al nonno che mi portò con lui. Alle sera tornai estremamente felice e non riuscivo a smettere di dimostrarlo. Mia madre si insospettì, si informò su quello che successe in quell’unica giornata che mi ha lasciata sola con il nonno: iniziò il racconto. Fu una serata indimenticabile, soprattutto per mia mamma che dovette arrendersi all’idea che sua figlia amava i motori.

Essendo un responsabile officina Alfa Romeo, spesso era in giro per testare le auto. In una delle tante mattine che stavo con lui – mia mamma aveva rinunciato ad ogni sforzo – decise di portarmi a spasso con lui durante il suo lavoro. Dopotutto non poteva lasciarmi in officina. E così invece di ascoltare le favole o storielle, il nonno mi spiegava ogni singolo dettaglio sulla sicurezza alla guida, su come si doveva guidare, sull’importanza della cintura di sicurezza. Io rimasi  affascinata. Da quel giorno iniziò a mettermi vicino a lui, per farmi felice. Forse troppi capricci. Sicuramente ero stufa di star dietro.

Ricordo ancora che durante uno dei tanti test, mi prese in braccio e iniziò a raccontarmi come funzionava la macchina, le marce, il volante, ecc. ecc. Età?  4 anni. Aveva importanza? No. Era importante farmi felice. Mi vedeva una volta all’anno e si sa che i nonni viziano sempre i nipoti. Quando i racconti arrivavano a tavola, in famiglia, ti lascio immaginare la mamma. L’espressione del nonno? Orgoglio Veneto e sorriso stampato in faccia!  Passano gli anni. Ho 15 anni, ancora a Marostica ma sapendo gestire l’auto.

Il nonno è venuto a mancare pochi anni fa ma l’eredità che ti ha lasciato vive in te…

A 18 presi la patente, a 19 ho iniziato a guidare dopo averlo sognato. Nel sogno ero a bordo di un auto da corsa, eravamo io e lui: Io alla guida lui di fianco a me. Mi prese la mano e me la mise sul cambio. E da quel giorno tutto cambiò… Al risveglio capii qual era la strada da seguire, consapevole che lui sarebbe stato sempre con me. Così iniziai ad informarmi per dare una svolta alla mia vita, volevo alimentare la mia passione per i motori, crescere per rendere onore al nonno che mi ha insegnato tanto. Volevo mettere in pratica gli insegnamenti che ho ereditato.  E cosi arrivò…

Il rally

Iniziai la procedura per diventare pilota Rally. Ho fatto molti esami e test, una volta superati ho iniziato la mia carriera da pilota. Cominciai con una Mini Cooper, poi arrivò una 124. Gli insegnamenti del nonno vennero a galla in fretta, la mia guida fu notata ed evidenziata e decisero di farmi crescere, uno step rapido verso qualcosa di più veloce. Si resero conto che la mia esperienza e il mio temperamento andava accoppiato ad un qualcosa di più forte di me, qualcosa che fa battere il cuore riaprendo ferite e gioie degli appassionati: Arrivò la Stratos.

Fermi tutti! La Stratos!? Quella incredibile Lancia che dominò i Rally senza lasciare briciole agli avversari? Un sogno!

Proprio lei. E’ stata una macchina difficile. Non mi sono mai trovata molto bene in quanto è estrema e arrogante. In tutto. Il propulsore della Stratos era davvero straordinario e chiedeva pegno per domarlo. Non fu facile ma fu una bella esperienza. Ho guidato anche la Delta Integrale S4: tutt’altra auto. È stata  molto più divertente, più docile è facile da gestire. Anche se, come sai, tanto dolce non era e la storia Lancia e di quelle vetture del Gruppo B parlano da sole. Ovviamente quelle auto non devi sottovalutarle ma il mio istinto da pilota era più forte di qualsiasi cosa e tutto venne in scioltezza.

Il rally è davvero così  articolato come appare in Tv?

Più di quello che immagini. Il pilota deve fidarsi al 200% del navigatore: lui è sempre con te e sa qua l’è la cosa giusta da fare in ogni singolo momento della gara. Ma ti confesso che in qualche occasione, per quanto il navigatore era sempre attento, non sempre l’ho ascoltavo. Quei jolly non sempre pagavano. Tu hai il controllo dell’auto, tu hai in mano il volante e la vita è appesa alla lancetta del conta giri del motore, quindi devi tenere a bada la follia che in quelle fasi è a fondo corsa, in zona rossa, non hai mai un momento di tranquillità tieni aperto il gas nella speranza di esser più veloce della lancetta del cronometro, più veloce dei secondi che corrono insieme a te, devi esser veloce come il vento. I jolly 9 volte su 10 andavano bene, pagavano. Altre volte no. Ma sono qui raccontarla.

C’è voluto tempo per migliorare la mia guida e affinare le tecniche di guida, soprattutto mi hanno aiutato molto le persone che erano con me. Dagli sponsor alla squadra io ho avuto la fortuna di non esser mai stata sola e quindi anche le spese erano divise. Oggi che sono mamma mi sento di dare un consiglio ai giovani piloti: Ascoltate chi c’è in auto. I jolly non pagano. Soprattutto ai neopatentati dico: fate corsi di guida sicura. L’auto scuola ti insegna meno della base, è un’istruzione incompleta. In strada ci sono avversità che gli esami della patente non ti insegnano.

Da ex pilota e mamma, cosa ne pensi delle notizie che sentiamo ai tg che riguardano giovani vite spezzate da una serata con amici?

Mtr-24-Blog-Giuly-i20

©sconosciuto

Non c’è la percezione del pericolo. Troppi simulatori che insegnano a esser bravo facendo errori da morte certa in strada. Ti faccio un esempio: Io quando facevo il pilota, per imparare a guidare sulla neve, mi portavano in montagna e si guidava. Così facendo ho fatto esperienza, ho macinato chilometri che mi hanno permesso di guidare in sicurezza, anche in situazioni estreme. Però un conto e avere una utilitaria e un conto e avere una macchina da rally. I corsi servono anche a questo: Ti insegnano a guidare, dove posizionare le mani sul volante, gestire il gas, il freno. L’auto scuola non insegna nulla di tutto ciò. Poi le leggi in Italia fanno il resto, limiti che non ti permettono di fare gli step per migliorare la sicurezza, limiti per ogni upgrade che vorresti fare. Un esempio: Se voglio mettere un impianto frenante maggiorato non posso, non è legale.

Secondo te è una mancanza di cultura o business?

Principalmente è un problema di cultura. Molti giovani non hanno le idee chiare e le case costruttrici fanno auto con qualità standard. Io guido una 1.100 ma la prima cosa che ho fatto è stato migliorare la stabilità dell’auto in quanto la sicurezza è tutto. Però io sono un ex pilota e conosco i limiti meccanici di auto, ma non tutti hanno questa fortuna. Elaborare e migliorare la prestazione serve a poco, direi che è anche inutile se poi non vai in pista o non migliori anche altri aspetti. E’ chiaro che se su 1.2 di cilindrata metti un 1.8 la macchina vola! Ma la struttura resta debole, l’assetto non resiste al carico a cui è sottoposto e di conseguenza non riesci a fermare la macchia in tempo e questo provoca incidenti, alcuni mortali. La cultura sulla sicurezza in auto viene sempre confusa con Tuning o elaborazioni illegali.

Come sei arrivata al Tuning?

Quando ho mollato il rally mi sono gettata in questo mondo. E’ nata mia figlia e la mia vita è cambiata, stravolta in tutto. Le priorità cambiano quando diventi genitore e allora l’asticella del rischio si abbassa e non hai più quel coraggio di osare, quel pelo sullo stomaco che prima ti dava la spinta per rischiare e rosicare qualcosa sul tuo avversario. Perciò ho preferito mollare. Sono stati 3 anni stupendi, ma a tutto c’è una fine.

La passione però vive in me e così con quello che ho passato avevo bisogno di avere uno sfogo, quale modo migliore per stare nel mondo dei motori se non seguire il Tuning? Ahimè sono mal vista perché essendo un ex pilota tutti pensano che io corro in auto, invece non è cosi. Gli amici mi prendono in giro perché sanno chi sono e cosa facevo prima e fanno i paragoni. Ma il rally e il Tuning sono due mondi totalmente diversi.

La I20. Immagino che l’hai stravolta.

Mtr-24-Blog-Giuly-i20-auto-officina

©sconosciuto

All’epoca la I20 era bianca. Poi diventò verde, rivisto. Un tocco femminile. Tutta verniciata dal fedele carrozziere, anche gli interni. Baffo volante, parte del cruscotto, pomello del cambio, mascherina autoradio, battitacco, fari. Tolti i tergi e ho fatto la lisciatura del baule. Eseguiti questi lavori ho fatto un upgrade: specchi e frecce eliminati e ho integrato tutto in specchi retrovisori elettrici. Di base non c’erano. Oltre al verde c’è il nero lucido: tetto, lama, alettone, specchietti con calotta verde supporto nero lucido. Fanali fatti da Total tuning Venezia con baffo verde. Davanti ho i Demon eyes, doppi abbaglianti per faro con gli RGB che tramite app, nei raduni, posso cambiare colore a piacimento. Al posteriore ho ancora gli stop originali, ma farò un disegno con i led cosi che quando li accendo la gente vede il gesto di comunicazione internazionale!

Hai anche un impianto audio?

Si, ma di questo se ne occupa mio marito a tempo perso. Durante la pandemia abbiamo costruito le porte in vetro resina sempre in tinta con la macchina, insonorizzate, fatto questo step è arrivato Impianto audio. Queste modifiche sono solo la punta dell’iceberg. Tra 4 anni vorrei fare un regalo a mio marito: Arriverà una Nissan R34 dal Giappone blu o gialla. Tra 10 anni sarò ancora uno spirito libero e sempre nel mondo delle auto e Tuning. Io sul carrello con la I20 pronto pista, mio marito a guidare la R34 che mi porta a spasso. Nella mia auto trovi:

  • 3 amplificatori:
  • Steg k202
  • Steg k203
  • AUDISON vr209
  • 2 Woofer per porta da 20 pollici Ciare
  • 2 twitter per porta Ciare
  • Subwoofer da 46 pollici Ciare
  • Neon sotto pedaliera e in tutta l’auto;
  • Doppia batteria per l’impianto;

All’esterno invece:

  • Assetto Eibach personalizzato ( assetto da kart ). Nella molla c’è scritto il mio nome;
  • Omologazione cerchi dai 15 ai 17 pollici per GMP neri lucidi;
  • Bombatura della macchina e minigonne;
  • Motore è un 1.100 preparato.

Sei una pietra miliare. Avendo vissuto una vita al limite guidando sempre al massimo delle possibilità guardi il mondo da un piano diverso.

Se ti guardi indietro, torneresti a fare il pilota?

Mtr-24-Blog-Giuly-i20-

©sconosciuto

No. Non farei più ciò che facevo. Avendo famiglia non sarei più in grado di guidare come in quei 3 anni. Mi sono divertita tanto ma non rimpiango quella vita. Se guardo al passato mi viene da ridere perché tutta l’adolescenza l’ho passata a giocare alla playstation tra Gran Turismo e Need For Speed. Quando uscivo con le amiche passavo molto tempo a guardare la auto invece di pensare ad altro. È stato tutto bellissimo, ma la vita, come nel rally, ha un cronometro e una bandiera a scacchi: io l’ho presa a schiaffi e voglio continuare a farlo a modo mio. Devo ringraziare un pò di persone. Senza di loro non sarei riuscita a fare tutto quello che volevo rendere così la mia auto.

  • Carrozzeria M.P Emanuel Magistro: Elaborazioni estetiche e oscuramento fendinebbia, frecce, stop e vetri Support Alessandro Marostica
  • DVS Sound Not Only car ( marito ),
  • Total tuning Venezia
  • Preparatore Andrea Nelva di Biella acquisto e assetto
  • Support: Alessandro Marostica
  • Cerchi: Gmp Italia Official ( gmp Italia )
  • Assetto: Eibach Italia by ntp personalizzato
  • Acquisto cerchi e gomme: Dileo Franco pneumatici (Biella) e Andrea Rossi che mi ha seguita passo a passo
  • Meccanico di fiducia: Db Killer Garage
  • Oscuramento fanali anteriori e posteriori: @ale_painter ( Alessandro Barella )
  • Fotografo : Capitano1800 ( Fabrizio Bucceri )
Mtr-24-Blog-Giuly-i20

©sconosciuto

Un ringraziamento speciale va anche al mio club che ogni giorno mi dimostra supporto, passione e cuore Scorpion Tuning Club

Giulia. Un nome legato a filo doppio con la casa del Biscione: Il nonno e le Alfa – oggi d’epoca – pilota di auto leggendarie è una vita fatta di jolly. In questo racconto non scriverò tutto, come con tutte le Tuning Girl, le corde toccate sono quelle dell’anima, quelle delicate, quelle che vivono nei cuori. Giulia lo sa bene. È caduta, si è rialzata ed è tornata a correre!

 

Leave a Reply