Maria Grazia Lombardi.

All’anagrafe del motorsport: Lella.

Minuta, semplice, vestita di una moda che oggi non si apprezzerebbe. Semplicità e umiltà, determinazione e sacrificio sono stati i punti cardini di una vita che nel tempo l’hanno resa immortale. Il 3 Marzo 1992 si spegne, un male incurabile se la porta via lasciandoci la scia del suo sogno raggiunto.

Lella Lombardi, per tutti. Forse. Certamente per pochi fortunati che l’hanno conosciuta davvero, che le hanno stretto la mano e visto quel sorriso di cortesia che ricambiava sempre ad ogni saluto.
Classe 1941, l’epoca più buia in cui nascere e crescere ma è anche l’epoca della rinascita dove ogni opportunità è una chance da non farsi scappare. In fissa con le corse, quei pochissimi giornali che parlavano di motori erano suoi: Attenta al dettaglio, maniacale alla guida, veloce già da adolescente con il furgone della macelleria dei suoi genitori. La gavetta ideale per il sogno di una vita: la F1.

La sua avventura inizia in Brianza con la Formula Monza. Dopo tre gare arriva la vittoria.

La sua storia resta immortale e intramontabile. Mentre nella terra dei stars and stripes nascono campioni, Lella fa i conti con il sacrificio ed i costi elevatissimi, già ai tempi, per un mondo che sfreccia veloce in circuiti che oggi sono sono musei. Con Vittorio Brambilla nasce una profonda amicizia, diventa suo mentore e compagno di squadra a bordo di quella March che di dolce, come Lella, aveva ben poco: Motori arroganti è più grandi di lei, frizioni e leve del cambio dure, brutali innesti, vibrazioni da terremoto, abitacoli scomodi, sicurezza zero!  Ma questo non la fermò e in Spagna, in mezzo a Lauda, Regazzoni, Ickx, Fittipaldi, Andretti, tra curve lente e lunghi rettilinei, consegnò alla storia la March 751 conquistando un punto grazie al sesto posto guadagnato. Ancora oggi è un record ineguagliato in F1.

Così minuta da nascondersi dentro l’abitacolo, così forte da riuscire a domare una monoposto che scalciava e feriva senza ritegno i piloti di un’epoca straordinaria e funesta ed altamente discriminatoria che persiste nel motorsport.

Mtr-Blog-24-Lella-Lombardi-Christine Beckers

©Getty Images

Grazie per il tuo coraggio Lella!

 

Leave a Reply