Vincenzo Lancia detto Censin nasce a Fobello nel 1881 la sua vita è sempre stata agiata grazie al papà che fondò un azienda di carne in scatola e dadi.

Il torinese fondatore dell’azienda italiana fu pilota, collaudatore, fondatore della sua azienda e mise la prima pietra per l’autodromo di Monza

Censin Lancia è il quarto figlio del Cavalier Giuseppe Lancia, noto imprenditore nel piccolo paese della Valsesia fu un visionario per la sua epoca grazie al rivoluzionario sistema di scatolame. La famiglia Lancia per il loro ultimo nato aveva già preparato una vita di studi in giurisprudenza, Vincenzo Lancia però non la pensava allo stesso modo e dimostrò che la vita prevista dalla famiglia non era quella scritta nel suo DNA e tra una bicicletta e un collaudo fonderà l’omonima azienda che ancora oggi porta il suo nome, anche se del suo nome, porta ben poco. Morirà molto giovane per un infarto ma le sue fondamenta, ancora oggi, portano il suo nome come quel mattone all’autodromo di Monza. Facciamo un tuffo nel passato e scopriamo la vita di Vincenzo Lancia.

Pioniere della tenacia, folle inventore

Vincenzo Lancia non era un buon studente, non si applicava e non rendeva. Una delusione importante per la famiglia che aveva già deciso il suo futuro sin dalla nascita, dopotutto parliamo di un’epoca che ormai non esiste più. Alla fine dell’800 la famiglia Lancia da alla luce, inconsciamente, un sogno alternativo attraverso il loro quarto figlio. Vincenzo Lancia decise di abbandonare presto gli studi per dedicarsi al mondo dei motori, una vocazione la sua che lo spinge a forti contrasti con la famiglia che non vede di buon occhio la scelta presa dal figlio. Ma il Cavalier Lancia, memore forse della sua vita imprenditoriale, nota un futuro migliore di quello previsto e così gli concede una alternativa agli studi. Inizia come ragioniere e meccanico – indiretto – a Torino  presso l’azienda di Giovanni Battista Ceirano produttore di biciclette dal nome Welleyes. Rimarrà con lui per qualche anno, fino al 1899 quando decise di creare il suo primo prototipo di auto utilizzando lo stesso nome delle biciclette.

Ciò che uscì dalla azienda di biciclette divenne miele per api, l’entusiasmo e alle stelle, tutti si accorsero con uno solo sguardo della novità. Ben presto quella novità diventerà una produzione in scala industriale ed è grazie a Vincenzo Lancia se oggi conosciamo la Fabbrica Italiana Automobili Torinese: FIAT. Creata l’azienda era giunto il tempo di dedicarsi a qualcosa di più; iniziò a gareggiare con la sua Fiat nel 1902 a soli 18 anni, vincerà due volte la Susa-Moncenisio. Il successo delle corse attira Angelo Mosca imprenditore Biellese del tessile, appassionato anch’egli di automobilismo fu tra i primi a possedere una vettura Fiat nella sua città, ancora oggi nella villa Mosca sono esposte fotografie di alcune delle vetture collezionate dall’imprenditore biellese.

Meticoloso imprenditore amante della buona cucina

Se non fosse diventato il fondatore della Fiat di certo sarebbe stato un ottimo cuoco! Da un lato c’è il severo imprenditore dall’altra c’è un uomo giovane e amante della buona compagnia e della cucina. Un Dottor Jekyll e Mr Hyde del 900 che gareggia con irruenza; la sua guida troppo esuberante non lo portò a stabilire record e dopo due anni decise di mollare per dedicarsi all’azienda.

I suoi collaudatori venivano scelti in base ad un test: Il test della fune. Cosa significa? Semplicemente Vincenzo Lancia, ormai famoso in tutta Torino, attirava collaudatori per la sua azienda e per assaggiare le loro capacità dovevano stare al suo passo. Vincenzo Lancia si metteva alla guida di una sua vettura e il candidato faceva altrettanto. vincenzo lancia
Il gioco consisteva nel esser in grado di mantenere la giusta distanza senza far spezzare la corda o tamponare il futuro datore di lavoro. Non sappiamo quanti tester abbia bocciato ma di certo sarà stato un bagno di sangue tra gli aspiranti! Nel 1906 arriva il grande salto; a Torino fonda la sua azienda; Vincenzo Lancia mette tutte le sue energie, le sue conoscenze e le sue intuizioni, sfruttando anche le sue capacità di collaudatore maturate negli anni precedenti. La carriera lavorativa lo porta a rinunciare, in parte, alla sua vita privata, sposandosi solamente nel 1922 con Adele Miglietti, sua segretaria; negli anni successivi ebbe con lei 3 figli: Anna Maria, Gianni ed Eleonora. Lo stesso anno il fondatore posò la prima pietra per lo storico circuito di Monza.

Un nome lanciato nella storia per diventare leggenda

Pininfarina. Basterebbe già solo il nome per risvegliare dal torpore gli appassionati delle auto classiche: la qualità, eleganza, la raffinatezza, un nome che ancora oggi lascia il segno. Pininfarina insieme all’industriale Vincenzo Lancia, Gaspare Bona, Battista Farina detto Pinin, Giovanni Battista Devalle, Pietro Monateri e Arrigo De Angeli, fondarono nel 1930 la Carrozzeria Pinin Farina, in seguito Pininfarina. Ancora oggi le loro auto sono portatori di qualità ed eleganza nel mondo, i collezionisti posso fregiarsi di un patrimonio tutto italiano dal grande valore storico ed economico. Niente a che vedere con le auto moderne firmate con il medesimo nome che, di Pininfarina, portano solo la targhetta. Forse un modo per ricordare ai meno giovani auto lussuose ma ai giovani ricorda solo l’eccesso del costo e della bassa qualità produttiva.

Furono amici per più di 20 anni e la collaborazione proseguì strettamente con Vincenzo Lancia. Battista “Pinìn” Farina fu uno stilista d’innato gusto estetico, ma contrariamente a quanto si possa presumere non fu un designer; mai disegnò una delle automobili da lui firmate. La sua formazione era avvenuta nella pionieristica officina del fratello Giovanni, in un’epoca in cui la forma delle carrozzerie non veniva predefinita da un progetto, ma modellata pezzo per pezzo, secondo il gusto, l’immaginazione e la visione d’insieme del carrozziere. Con Giovanni Agnelli, altro suo punto di riferimento, Pinìn aveva imparato a ragionare sul confronto, sin dal 1911 quando si era trovato nell’officina FIAT a illustrare il prototipo del radiatore da lui realizzato per la “Tipo Zero”, insieme ad altri carrozzieri concorrenti con i loro prototipi.

La vita come spesso ci insegna è amara. Vincenzo Lancia morirà il 15 Febbraio del 1937 alle porte della seconda guerra mondiale per un infarto. Ancora oggi l’azienda torinese famosa in tutto il mondo, porta il suo nome ed è grazie a lui se abbiamo conosciuto Pinin Farina, la Famiglia Agnelli – fondatori dell’ACI ad inizio del 900 – e tutti quei piloti che ci hanno fatto sognare in epoche che sembrano lontane ma che poi in fondo non lo sono mai per davvero.

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