L’età è solo un numero. Non esistono limiti ai sogni e alla passione. Se ci credi puoi. 65 volte Horacio Pagani!
Casilda, 10 novembre 1955. Nasce l’uomo che più di tutti ha creato e modellato a suo piacimento le vetture più belle per i collezionisti più esigenti. Sin da bambino sognava di costruire automobili. Oggi il suo nome è stato scritto con una Montegrappa Fulgor Nocturnus, la penna stilografica più importante al mondo. All’uomo che ricerca l’eleganza e la perfezione in ogni dettaglio: solo la Fulgor Nocturnus può raggiungere il livello di Horacio Pagani.
Un idolo per inseguire un sogno: Leonardo Da Vinci
L’arte unita alla tecnologia, un binomio straordinario che solo Da Vinci poteva fondere. Horacio Pagani è solo un bambino quando, dall’Argentina, sogna. Figlio di umili lavoratori, papà argentino e mamma italiana, sogna la progettazione di auto uniche. Sogna di far rivivere Leonardo attraverso l’unicità di ogni creazione. A 12 anni frequenta la bottega del papà per guadagnare qualcosa e aiutare la famiglia, nel tempo libero segue la mamma che amava disegnare. Fu così che nacquero i primi modellini di auto firmati Pagani. Legno, plastica, metallo, qualunque cosa recuperava era utile al suo scopo. La fusione di ogni tipo di materiale ha fatto nascere in Horacio l’arte di saper unire attraverso la fusione.
Siamo nel 1967 Juan Manuel Fangio si è ritirato da poco dal mondo delle corse, Pagani dedica tutto se stesso nella sua passione comprando riviste di automobili da cui prenderà spunto per le sue creazioni. Reader’s Digest fu il libro ispiratore che fece conoscere il genio italiano: il connubio tra tecnologia e design diventa la filosofia di tutto il suo lavoro nonostante la giovane età. Gli anni passano, la voglia di creare cresce sempre di più portandolo ad avere nuove opportunità e nuove sfide: dal Go-Kart alla Mini moto per poi passare ad un auto vera. Diventato ormai maggiorenne, inizia l’università dovendo fare i conti con l’instabilità politica che l’Argentina stava attraversando.
Un proverbio arabo recita: quando c’è una meta, anche il deserto diventa strada.
1977. Terminati gli studi fonda la sua azienda: Il Tajer. Lontano da casa sua, Horacio Pagani inizia la sua vita imprenditoriale dentro un piccolo capannone di 80 mq. Nella sua officina ci sono attrezzi basilari per lavori manuali. Chiunque frequentava Pagani veniva invitato nella fabbrica costruita su misura in 4 mesi. Ogni cosa al suo posto, ogni dettaglio era fondamentale per creare.
La Horacio Pagani Design – il Tajer – crea la prima roulette. Un prototipo destinato ad una apparizione presso l’Esposizione Industriale e Commerciale di Casilda. In pochissimo tempo gli auspici del giovane imprenditore divennero realtà arrivarono i primi ordini di lavoro per disegnare camper e pick-up destinati al mondo del lavoro. Qualcosa che oggi è normalità con ogni tipo di comfort, un tempo fu rivoluzione e rampa di lancio per un ragazzo di 22 anni che sognava in grande.
Nella sua Silicom Valley, dopo quella roulette, si mise al lavoro per costruire una monoposto da F2. Le ore di lavoro non sono mai state quantificate, impossibile dare un dato certo di quanto tempo abbia impiegato per la realizzazione del suo primo vero progetto da corsa. Ma il duro lavoro ripaga sempre: la Pagani F2 venne ufficializzata e presentata a 300 persone durante una cena. Tra loro ci sono giornalisti della F1, ingegneri, tecnici, e il campione argentino Fangio il quale notò in Pagani un talento naturale e non perse tempo per raccomandarlo a Ferrari e Lamborghini.
Il Tajer stava dando i suoi frutti, la mani di Horacio spinte dalla mente brillante creano ogni tipo di richiesta che gli viene presentata. Persino un rugosimetro: un concentrato di alta tecnologia per verificare la rugosità del fondo stradale
Gli anni ottanta. La magia di quegli anni porta fortuna all’argentino che decide di trasferirsi in Italia in cerca di lavoro. Lo troverà in Lamborghini come operaio. Sin da subito lascia sbalorditi gli ingegneri presenti al colloquio. Affascinato dai disegni di Bertone – papà della Miura – comprò un autoclave di tasca sua. Il motivo? Realizzare prototipi e varianti della Countach. Nacque così la P140. Ma un genio come Pagani non si fermò alla realizzazione della P140, andò ben oltre. Dimostrò cioè che la fusione dei materiali crea nuove leghe e così facendo realizzò nuove carrozzerie gettando il cuore in futuro vasto come lo spazio.
Meccanico e carrozzerie della Lamborghini, la casa di Sant’Agata bolognese decide di affidargli ogni progetto e la scelta fu quanto mai azzeccata. Nel 1987 Horacio Pagani ridisegnò la Countach per i 25 anni di Lamborghini, successivamente propose nuovi progetti per il trentesimo anno. Agli inizi degli anni Novanta decide di abbandonare Lamborghini. Vuole un’azienda tutta sua dove poter creare e dare libero sfogo ad ogni sua fantasia, senza limiti. Insomma vuole creare in Italia un Tajer più grande, più forte, più importante. E’ una sfida grande come il K2, ma l’argentino non si fa spaventare, sa che le sue capacità lo aiuteranno ad affrontare ogni ostacolo che gli si presenta davanti a sè. E cosi sarà: la Modena Design nasce. Il sogno di una vita ora è realtà. Inizialmente si occupa di materiali compositi per diverse aziende del settore, si dedica all’aereospace e alla F1. Con queste esperienze si affinano le tecniche sull’uso del carbonio migliorando sempre di più ogni singolo componente fino al giorno in cui, quei progetti fatti di carbonio, aprono la strada ad un progetto più grande: realizzare una Pagani al 100%.
Imprigionare i venti per rendere i marinai contenti
La bellezza di Cleopatra, la cattiveria di Mig-29, la massima espressione ed esasperazione di ingegneria meccanica mista alla massima espressione di velocità, stile, design, un cuore da 12 cilindri per omaggiare l’Italia, patria dei motori. Il progetto Zonda diventa realtà: Nel 2000 il mondo conosce la Zonda S. Vettura nata dalla sorella due anni dopo il debutto svizzero. La concorrenza è spietata, le aziende italiane più importanti, Ferrari e Lamborghini, hanno perso da tempo i loro padri fondatori ma non gli acquirenti. Horacio Pagani inizia una frenetica pubblicità del suo marchio e della sua nuova creatura. Inutile scrivere quali furono i risultati.
Ad oggi la Zonda Pagani ha visto diverse rivisitazioni; dalla Roadster alla dedica a Fangio con la Zonda F per concludere la serie con la Zonda R una farfalla dal peso di 750 kg capace di arrivare a 300 km/h in una manciata di secondi. Le leggi della fisica sono ufficialmente stravolte!
I clienti Pagani sono marinai che hanno saputo cavalcare l’onda e affrontare l’oceano gettando il cuore oltre l’ostacolo.
”L’auto perfetta deve compiere 10 volte il giro del mondo, compierà 1 milione di chilometri e costerà 1 milione di euro”.
Sin dagli anni 90 Horacio Pagani ha lavorato ad un progetto rivoluzionario, ad un auto destinata ad avere pochi esemplari al mondo. Una perla rara, nata nel deserto, disegnata dai venti, spinta dalle tempeste di sabbia. Sulla base di un disegno mostra ai suoi clienti quel progetto.
E’ il 2011 quando il mondo conoscerà Huayra.
Motore Mercedes-AMG V12 M158, biturbo da 5.980 cm³, 700 CV nella versione standard e 730 in configurazione hi-power, oltre ad una coppia di 1.000 Nm. Gli scarichi sono in titanio e inconel, concepiti per essere il più leggeri possibile. Perchè il nome Huayra? Dio del vento, che secondo la mitologia sudamericana, comanda le brezze, i venti e gli uragani che investono le montagne della cordigliera Andina.
Horacio Pagani nel 2017 ha presentato a Ginevra la Huayra Roadster promettendo solo pochi esemplari; 100 al mondo. Promessa mantenuta. Oggi è stata venduta l’ultima Huarya Roadster.