Cuore da corsa, un uomo che dice sempre quel che pensa. 152 Gp disputati dal 1973 al 1985, 5 vinti, 2 pole, 5 giri veloci in 13 stagioni, lo rendono meraviglioso testimone di un’epoca lontana e analista privilegiato del presente
John Marshall Watson nacque il 4 maggio 1946 nell’ Irlanda del Nord. Suo padre era un ricco commerciante di motori di successo a Belfast, questo ha permesso a John di inseguire il suo sogno senza ostacoli da parte della famiglia. Caso più unico che raro. John ha iniziato a correre in Formula Due nel 1969, utilizzando la Lotus di proprietà della famiglia. La sua seconda auto fu una Brabham BT30, con la quale gareggiò nei primi anni ’70. Cresciuto in un garage, tra motori e auto, la passione e la voglia di mettersi al volante si sono evoluti in modo naturale e spontaneo, così come il suo talento e, questo l’hanno aiutato a scalare la vetta della notorietà con facilità.
L’irlandese ex pilota di Formula 1, è uno dei pochi piloti diventato famoso non solo per la sua carriera nelle corse, ma anche per il suo contributo al mondo televisivo come commentatore sportivo. La carriera di Watson in F1 è durata dal 1973 al 1985
Interrotti gli studi, per i quali non aveva mai avuto interesse, Watson cominciò a lavorare nella ditta paterna e, compiuti i diciotto anni iniziò a correre con una Austin Sprite, alla quale sostituì il motore di serie con uno della Formula Junior. Così arrivò la prima vittoria nella corsa a Kirkistown. L’anno successivo, cambiò l’Austin con una Crossle, vettura fabbricata in piccola serie in Irlanda. La dotò di un motore Ford di Formula Junior che , nel 1966, modificò con un doppio albero a camme. Le corse irlandesi, con le macchine di serie, non gli bastavano più. Voleva le monoposto (era il periodo di grande splendore della Formula 2 da 1000 cc) e riuscì ad ottenere una Brabham motore Honda, vettura importante in quanto, nella stagione precedente, venne utilizzata da Jack Brabham con questa macchina Watson vinse agevolmente il Campionato irlandese e questo lo portò ad avere più fame agonistica.
1968 il cuore oltre l’ostacolo. Londra una città tanti sogni quanti ostacoli
Con qualche amico irlandese cominciò dunque a correre in Inghilterra, scoprendo i tanti circuiti attorno a Londra. Nel finale della Stagione 1968 riuscì a battere Tim Schenken , noto pilota nei circuiti londinesi. L’anno successivo il grande passo; un amico acquistò una Lotus e l’iscrisse a Truxton, un classico circuito che avviava la stagione. Fu una corsa bellissima: partito in diciottesima posizione rimontò fino al quinto posto mettendosi dietro Rindt, Stewart, Beltoise e Pescarolo; la sua gara finì presto a causa di un’uscita di strada che ridusse la Lotus ad un mucchio di rottami. Inesperienza. Ma la stoffa da campione iniziò a risaltare. Il resto della Stagione lo passò in Irlanda, dove corse con una Lola, finirà secondo nel Campionato irlandese. A Rouen, in giugno, una gomma perse pressione e il pilota volò fuori pista. Gamba rotta e un «chiodo» in un braccio. Tre mesi di gesso e una lunga rieducazione.
La Brabham riparata e ammodernata lo farà correre nel 1971.
Poco dopo, con la Chevron di Formula 2, divise il primato sul giro a Oulton Park con altri tre; Peterson, Hunt, Lauda. A fine Stagione, partecipò alla “Corsa della Vittoria”, che venne vinta da Beltoise con la BRM, terminerà al sesto posto con la March F.1. Watson sarà il primo dei piloti con le gomme Goodyear. La sua prestazione non passò inosservata e Bernie Ecclestone ( proprietario della scuderia Brabham ) gli fece firmare un contratto di tre anni per le gare della Formula 2, con la promessa di portarlo in Formula 1. John Watson diventò un’icona, pilota grintoso, in alcuni momenti forse anche troppo irruente, esuberante lottatore, in alcune occasione peccava di goliardia e questo lo portò a sprecare risultati importanti.
Corse a Daytona insieme con Mike Hailwood, a Brands Hatch, nella Corsa dei campioni, gli affidarono la nuovissima Brabham BT42, macchina appena finita e che nessuno aveva mai pilotato. Vettura non fortunata; il pedale del gas si bloccò e per John Watson si prospettò un altro fermo di tre settimane per la frattura della gamba destra.
1973 il debutto promesso al British Grand Prix
Finalmente la F1. Ecclestone mantenne la promessa fatta e Watson fece il suo debutto nel GP di Gran Bretagna a bordo di una Brabham BT37 dopo di che ha gareggiò nel Gran Premio degli Stati Uniti con la Brabham BT42. Si ritirò in entrambe le gare.
Nel 1974, guidò per il team Goldie Hexagon Racing con una Brabham BT42 e BT44, ottenendo il suo primo punto nel campionato del mondo con un sesto posto a Monaco. In quella stagione totalizzò un totale di sei punti. Non riuscì a segnare punti l’anno successivo quando guidò per il Team Surtees prima di passare alla squadra americana Penske.
Prima vittoria in Formula 1 con Penske al Gran Premio d’Austria
Arrivò finalmente il suo primo podio con il terzo posto al Gran Premio di Francia del 1976. In quella stessa stagione, arrivò la sua prima vittoria, guidando per Penske nel Gran Premio d’Austria.
Nel 1977 e nel 1978, Watson corse con Brabham-Alfa Romeo sponsorizzato Martini Racing e successivamente Parmalat Racing Team. Nel 1977 i problemi alla macchina, incidenti e una squalifica portarono Watson a correre solo cinque delle 17 gare. Nel 1978 raggiunse tre podi e guadagnò 25 punti così si guadagnò il sesto posto in campionato. 1979 Watson si trasferì alla Marlboro McLaren Team. Le due stagioni successive furono senza vittorie e, infine, nel 1981, al Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone, Watson si assicurò la sua seconda vittoria in F1.
Fu una vittoria inaugurale per l’avvenieristica McLaren MP4 monoscocca in fibra di carbonio progettata da John Barnard e gestita dal nuovo capo del team, Ron Dennis.
La nuova monoscocca gli salvò la vita nel corso della stagione. John ebbe un incidente a Monza dove la vettura prese fuoco durante il Gran Premio d’Italia; Watson perse il controllo della vettura uscendo ad alta velocità alla Lesmo e si schiantò all’indietro contro le barriere. La macchina si dimezzò ma Watson uscì illeso. Incidenti simili si erano già dimostrati fatali in precedenza, ma questo dimostrò la forza della nuova costruzione in fibra di carbonio.
Il suo anno di maggior successo è stato il 1982, quando arrivò terzo nel campionato piloti. La vittoria più bella fu al primo Gran Premio di Detroit una pista stretta e tortuosa
Il coriaceo pilota irlandese ormai si era fatto un nome, e a Detroit la sua determinazione lo portò alla vittoria; partito dalla diciassettesima posizione in griglia di partenza, lottando in pista riuscì a conquistare la vittoria.
Vittoria di classe Master a Long Beach. Watson ottenne un’analoga vittoria di master-class l’anno successivo alla gara finale di Formula Uno a Long Beach (USA). Sul circuito cittadino, partì dal 22° posto in griglia e riuscì a vincere la gara.
La vittoria di Watson comprendeva anche una lotta per la posizione con il suo compagno di squadra Niki Lauda passato alla McLaren dopo aver abbandonato Ferrari (ndr) l’austriaco partì dal 23° posto, ma Watson si portò in vantaggio con 27 secondi sul suo famoso compagno di squadra. La sua ultima gara in Formula 1 fu nel 1983 dove la McLaren lo scaricò per Alain Prost. Il francese, rimasto a piedi ,trovò subito un volante alla Renault per la stagione successiva grazie a Ron Dennis che non si fece scappare l’occasione. La coppia Lauda – Prost si rivelò un dream team e Prost, senza ombra di dubbio, imparò molto da Lauda assorbendo l’atteggiamento agonistico dell’uomo computer. John Watson tornò due anni più tardi in McLaren per sostituire un infortunato Lauda al Gran Premio d’Europa nel 1985. Watson corse con la vettura N1 di Lauda qualificandosi ventunesimo, finì la gara al settimo posto.
Dopo 152 gare di F1 (5 vittorie, 20 podi) si è dedicato alle corse di auto sportive. Nel 1984, si è unito a Stefan Bellof per conquistare la vittoria alla 1000 km del Fuji.
Il suo più grande successo fu quello di raggiungere il 2° posto nel Campionato Mondiale Sportcar del 1987, al fianco di Jan Lammers per il Team Jaguar Silk Cut su Jaguar XJR-8. Hanno vinto un totale di tre gare di campionato (Jarama, Monza e Fuji).
Sette partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans. Watson gareggiò anche alla 24 ore di Le Mans sette volte. Il suo miglior risultato fu l’11° posto nel 1990, alla guida di una Porsche 962C per il Richard Lloyd Racing. Una delle auto che guidò a Le Mans fu la Toyota 89C-V con la quale terminò la sua carriera agonistica alla fine del 1990.
Dopo di che si ritirò dalle corse e aprì una scuola per piloti a Silverstone, ma il suo contributo al mondo degli sport motoristici non si fermò qui, diventando un noto commentatore televisivo, iniziò con Eurosport fino al 1996. Dal 1997 lavorò per ESPN e poi nel 1998 passò alla BBC come commentatore del BTCC.
Il suo primo lavoro su Sky Sports è stato quello di commentatore delle gare della stagione di F1 2002, ma è durato solo una stagione. Dopo qualche tempo, è tornato alla BBC, a Sky Sports e ad altre emittenti.