Derek Stanley Arthur Warwick nasce a Alresford, il 27 agosto 1954 è stato un pilota automobilistico sfortunato, portato in cima per quelle 4 gare con la Toleman. Poi arrivò Renault, Brabham, Arrows, Lotus, Footwoork con il peso delle scelte mai azzeccate

Derek Warwick fu una delle prime vittime targate Ayrton Senna. Anche con una sella dorata un asino non diventa un cavallo, un proverbio arabo che, se Derek Warwick avesse preso in considerazione, forse, parleremo di un’altra storia, più avvincente, più combattuta, più articolata. Invece no. Scelte sbagliate per ingaggi importanti, la F1 sarà  sempre un asino dalla sella dorata e chi ne fa le spese sono sempre i piloti, anche i più talentuosi che si lasciano ingannare da un abbaglio. Facciamo un tuffo nel passato e riscopriamo Derek Warwick e la sua avvincente carriera.

Una carriera destinata ad alte categorie

Derek Warwick cresce sognando la F1 come tutti i ragazzi, sognando di poter guidare un giorno una auto da corsa. L’inglese ottenne nel lontano 1978 un posto nel difficilissimo campionato di F3 inglese. Il pilota di Alresford non è uno dalla resa facile e in pista tira fuori i muscoli guadagnandosi il titolo.

Nel 1981 arriva la grande occasione con il team Toleman. E’ il sogno della vita che si realizza. Il primo anno su 12 appuntamenti non riuscirà nemmeno a qualificarsi. Per vedere una Toleman vincente bisogna aspettare il 1983, il talentuoso inglese parte con il coltello tra i denti e in Brasile ottiene un eccellente ottavo posto. Bisognerà aspettare l’università belga, Spa-Francorchamps, per vederlo passare sotto la bandiera a scacchi con un settimo posto che assomiglia ad una vittoria. Ma Warwick non è soddisfatto e continua a gettare il cuore oltre l’ostacolo nella speranza di ottenere di più; Zandvoort, Brands Hatch, Monza, Kyalami sorridono all’inglese regalandogli la gioia di due quarti posti, un quinto e un sesto al GP d’Italia. Arrivati i risultati arrivano le chiamate dei grandi costruttori, Renault lo vuole nel team. Sembra una mossa astuta abbandonare Toleman e rifiutare Lotus per Renault.

Il 1984 è un ottima annata per lui, finirà la stagione con 23 punti ma l’anno successivo e un lago di sangue; la vettura non è più quella competitiva di Arnoux che fece sognare tutti e l’inglese arranca per raggiungere un 5 posto. La classifica lo vedrà cadere al quattordicesimo posto con una manciata di punti. La scelta Renault si rivelò una totalmente sbagliata, in aggiunta a questa ci fu l’indignazione per la confusione creata del manager del team Lotus Peter Warr e dagli sponsor John Player. Entrambi portano il nome di Ayrton Senna che pose il veto di non avere compagni di squadra più esperti di lui. Il motivo? Non credeva nella bontà del progetto. Così Warwick si trovò senza un sedile per la stagione successiva.

Il ragazzo d’oro del 1983 sembra esser scomparso e l’endurance può esser una ancora di salvataggio

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© Cahier Archive

La deludente stagione di F1 ha portato a Warwick la possibilità di correre con la Jaguar XJR6 della TWR, sponsorizzato da Silk Cut neo campione del mondo di auto sportive. Mentre Senna monopolizzava tutto ciò che era disponibile in Lotus, Warwick si dedica a tempo pieno alla Jaguar ritrovando Roger Silman ex Team Manager Toleman.

Dal 1987 al 1989 arriva la chiamata di Arrows per tornare in F1, un’ottima occasione per dimostrare al circus il valore di un grande pilota mai pienamente compreso. Per quanto Arrows fosse un’altra vettura altamente scadente il cuore inglese va oltre ed in tre anni riesce ad ottenere dei piazzamenti vicini al podio chiudendo l’esperienza Arrows con un decimo posto in classifica piloti. Mentre il mondo si concentra sul duello Prost – Senna con il professore ingaggiato da Ferrari e Senna confermato in McLaren,  Warwick passa in Lotus-Lamborghini.

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© Cahier Archive

Il 1990 ancora oggi viene ricordato per 2 motivi: Senna decide di buttar fuori alla prima curva di Suzuka Prost e laurearsi così campione del mondo; il secondo motivo è per lo spaventoso incidente di Warwick a Monza. Dalla parabolica la Lotus dell’inglese si schiantava a 250 km/h contro le barriere per poi strisciare per parecchie centinaia di metri adagiata su un fianco sfiorata dalle vetture che la seguivano.Questa fu l’immagine  impressa negli occhi di tutti, specialmente di chi era solo un bimbo come chi vi scrive. Un incidente tremendo che aveva fatto temere il peggio a tutti per il pilota della Lotus-Lamborghini numero 11, eppure l’energia sviluppata nell’impatto fu dissipata in modo graduale e il pilota rimase miracolosamente illeso. Non fu lo stesso per suo fratello Paul che seguiva le orme di Derek.

Paul Warwick come Jochen Rind due piloti dichiarati campioni grazie al regolamento

Nel 1991 Warwick “junior” decise di rimanere in patria, sottoscrivendo un contratto con la Madgwick di Nigel Mansell per partecipare al torneo britannico di Formula 2, una vera Formula 3000 nazionale che gli avrebbe permesso di aumentare senza troppa pressione la sua esperienza. In fondo aveva solo ventidue anni, il tempo era tutto dalla sua parte ed il talento per crescere ancora non mancava di certo. Ma a volte il tempo per fare progetti viene a mancare contro tutte le più logiche previsioni…

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© Cahier Archive

 

Siamo ad Oulton Park, Warwick junior ha ottenuto la pole position per solo sei millesimi strappandola al rivale Andrews. La domenica sembra un copione già scritto, Paul scatta e scappa dai suoi inseguitori esattamente come nelle precedenti 4 gare ma a 7 giri dal termine un braccetto sulla sospensione anteriore cede, lasciando Paul senza sterzo e con poco spazio per frenare. Al contrario di quanto accaduto al fratello Derek nove mesi prima a Monza, la forza dell’impatto sbriciolò la parte anteriore della monoposto. Non ci fu nulla da fare, il giovane inglese perse la vita con quel tremendo impatto. In occasione dell’esposizione della bandiera rossa la gara viene dichiarata conclusa con le posizioni stabilite alla tornata precedente e Paul Warwick, in testa nel giro antecedente a quello fatale, venne dichiarato vincitore dell’ultima gara della sua vita. La quinta vittoria consecutiva colta in quella stagione lo laureò anche campione della Formula 2 britannica 1991.

L’ultimo anno per Warwick in F1 sarà a bordo della Footwork. I risultati non arrivarono e ancora una volta è il talento inglese a fa raggiungere il quarto posto ad una vettura scadente. Nello stesso anno tornò nel Campionato Mondiale Sport prototipi guidando la Jaguar XJR-14. Nel 1992 fu ingaggiato dalla Peugeot per guidare la 905; con tale vettura divenne campione del mondo assieme a Yannick Dalmas, vincendo anche la 24 Ore di Le Mans in squadra con Yannick Dalmas e Mark Blundell.

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